all’interno della quale vi sono distinte comunità naturali (mentre nel primo caso vi è una sola comunità) e in cui il problema di governo è quello che io ho chiamato della pianificazione territoriale, intesa come allocazione di funzioni. Siccome ciascuna di queste comunità tenderebbe evidentemente a massimizzare le funzioni più gradite ed a decentrare le funzioni meno gradite (tutti vorrebbero avere un aeroporto vicino, ma non troppo vicino) il problema che si pone è come organizzare questa allocazione di funzioni sul territorio. Il terzo tipo di metropoli è invece quella che io ho chiamato la «città capitale», cioè quella città che sta al vertice della gerarchia urbana e in cui il problema di governo è quello di stimolare l’innovazione o, se volete, quello di organizzare il sistema di different town, intorno al quale nuove funzioni vengono create e quelle mature vengono via via decentrate. A questo punto si pone il problema di cosa significhi governare e questo non è più tanto ovvio. Fin qui mi sono mosso con definizioni che sono in qualche modo assunte dalla scienza politica, ma non sono definizioni di scienza politica; sono le definizioni del problema così come la scienza politica le legge nell’economia, nella geografia e nelle altre scienze del territorio. Invece a questo punto si pone il problema di che cosa significa governare e in particolare si pone il problema di che rapporto c’è tra il disegno istituzionale e il governare. Anche qui inviterei ad un grande grado di cautela, nel senso che tale nesso non è assolutamente ovvio. Per «governare» - possiamo prendere la definizione che ne dà Karl Deutsch - intendiamo il pilotaggio verso una meta, cioè governare come governare una barca per farla arrivare in porto. Da questo punto di vista il primo problema ovviamente è chi governa la barca, cioè quali sono gli attori del pilotaggio (e della trasformazione implicita nel trasferimento da un porto ad un altro) di quella realtà che chiamiamo città metropolitana. I governanti sono gli attori di queste trasformazioni. Questi attori, come vedremo, hanno a disposizione vari tipi di risorse e più in generale di alternative. Il problema delle istituzioni non è il problema della definizione di questi attori, essi ci sono già, e sono i leader politici, i leader economici, la comunità scientifica, i rappresentanti dei gruppi sociali. Questa pluralità di attori, caratteristica di un governo democratico, non viene creata dalle istituzioni, ma le istituzioni contribuiscono a definire un frame di regole organizzative e procedurali entro le quali gli attori dovrebbero agire per riuscire «meglio» a rappresentare e risolvere il problema di governo. Cioè il problema della creazione di 49