che si collocano naturalmente come punti di giunzione nei traffici est-ovest, e le nuove capitali della finanza e della tecnologia di Francoforte e Monaco di Baviera. Nel caso delle prime due città, che sicuramente rivestivano un ruolo di world cities negli anni 1900-1930, è stato giustamente rilevato da Peter Hall che la loro recente crisi ha lasciato un vuoto nella gerarchia urbana europea che oggi attende di essere riempito. Le grandi città dell’area meridionale europea si trovano dunque di fronte a una sfida rilevante, rappresentata dal progressivo spostamento del baricentro economico e politico europeo verso nord e verso est. La sfida si può riassumere nella necessità di dimostrare da una parte una capacità di integrazione «a rete» con le grandi capitali del nord, e di dimostrare dall’altra una capacità di integrazione effettiva a tutti i livelli (quello dei rapporti fra metropoli e quello dei rapporti «fini» a livello territoriale complessivo) fra le sue diverse regioni. Queste regioni infatti, nelle rappresentazioni dei geografi, possono apparire come integrate in un’area omogenea, di recente 35