punto di incontro tra gli attori dello sviluppo, è il luogo in cui si organizzano le forme di cooperazione tra le imprese, è il luogo in cui si decide la divisione sociale del lavoro; è, in definitiva, il punto di incontro tra le forze di mercato e le forme di regolazione sociale (Becattini, 1987; Garofoli, 1992a). Questa riflessione ha determinato la crescente attenzione non solo degli economisti ma anche degli aziendalisti; basti pensare ai famosi lavori di Michael Porter (specie, Porter, 1990) o alla recente introduzione di Vaccà al Convegno di economia e politica industriale (Vaccà, 1993). L’organizzazione della produzione assume modalità molto diverse che non possono essere ridotte ad un semplice schema dualistico (di contrapposizione tra modello efficiente e modello inefficiente di organizzazione della produzione) o ad una distribuzione di casi più o meno favorevoli ed efficienti lungo una scala gerarchica prefissata. Convivono, infatti, sistemi organizzativi molto diversi: la grande impresa verticalmente integrata; la grande impresa con una rete gerarchica di sub-fornitori; la grande impresa che intraprende rapporti forti con l’ambiente locale in un processo sinergico; la grande impresa «isolata» dal contesto territoriale e ambientale; i sistemi integrati di piccole imprese; l’industrializzazione diffusa senza scambi di merci e servizi con le altre imprese dell’area... Questi sistemi convivono non solo nel senso che operano nello stesso tempo ma addirittura spesso partecipano allo stesso meccanismo competitivo, essendo presenti sugli stessi mercati finali (cfr. la grande impresa tessile verticalmente integrata, la grande impresa che segue una strategia di decentramento intemazionale della produzione, il modello Benetton, il modello del distretto industriale carpigiano...): i loro prodotti giungono sugli stessi mercati, i consumatori non ne individuano le differenze in termini organizzativi (ma soltanto la diversa abilità a cogliere - o a creare - le loro preferenze e i loro gusti). Ma avviene ancora di più: non è possibile neanche individuare una precisa gerarchia di efficienza o di produttività del lavoro tra i diversi modelli organizzativi. 1.2. La storia del dibattito L’attenzione degli economisti e dei «policy-makers» nei confronti dei modelli locali di sviluppo e delle politiche di intervento locale è fortemente cresciuta negli ultimi anni. In Italia il dibattito su questi temi è iniziato nei primi anni ’70 con le ricerche sul decentramento produttivo. Quelle ricerche sottoli- 8