- 532 — applicazione «lei quale furon per lungo tempo rivolti tutti gli sforzi del potere regio, ancora persuaso che mezzi semplicemente repres- sivi dovessero bastare ad eliminare una piaga sociale ili giorno in giorno piti estesa e più inquietante. Occorse un'esperienza quasi secolare per convincer d'insufficienza simili metodi di polizia, troppo imperfettamente integrati da misure finanziarie inefficaci ed incomplete. E non è se non nella seconda metà del settecento che i criteri informatori della, pubblica assistenza, sotto l'impulso dell'ondata di umanitarismo che pervade la società, si vengono conformando a moventi ed indirizzi più schiettamente moderni. Era naturale che la spaventosa miseria che venne di anno in anno estendendosi ed aggravandosi durante il regno di Luigi XV richiamasse ai problemi della carità l'attenzione ili classi dirigenti orinai fortemente imbevute di un filosofismo filantropico non tutto nè esclusivamente fondato sulle svenevolezze della sensibilità lezio- samente mondana. Fattori dottrinari di notevole efficacia dovevan però recare al- l'evoluzione legislativa un capitale contributo. La tendenza preva- lente nel diritto pubblico ad estendere le facoltà di ingerenza dello Stato sopra le istituzioni di vantaggio sociale, unificando viemmeglio, nella progrediente concentrazione burocratica, la vita collettiva della nazione, a scapito delle autonomie particolaristiche manomesse, rac- chiude in se, come corollario logico, l'attenuato rispetto per la let- tera delle fondazioni private, e adduce alla conseguenza di consi » derare sempre più le ricchezze dei molteplici istituti benefici come . un unico, grandioso patrimonio, da gerirsi, pel maggior vantaggio generale, con criteri di equità distributiva, e con garanzie d'ordine, di economia, di probità severamente spassionati ed imparziali. Le correnti umanitarie che moda e letteratura congiurano ad espandere in mille enfatiche manifestazioni, talora sincere, spesso affettate, ma piene sempre della più stucchevole ostentazione, trasfor- mano tale teorica affermazione dei diritti dello Stato in tema di proprietà degli enti caritatevoli in un dovere assoluto, perentoria- mente indicato dai canoni della nuova inorale sentimentale. E ciò tanto più dacché i progressi contemporaneamente realizzati dalla scienza sanitaria moltiplicano le condanne contro i sistemi tradi- zionali, rivelando la necessità di integrare le riforme amministrative con una radicalo rivoluzione nei metodi tecnici. Tutto congiura dunque all'elaborazione del concetto di un despotismo teneramente paterno, adempiente alla missione di assicurar la felicitó generale