Editoria Appunti di Federico Novaro Libraccio aprì il primo negozio nel 1979. È ora una catena presente in 13 città, con 22 punti vendita. Esperienza ini- ziata dai mercatini univer- sitari, è ora il più cono- sciuto tramite di acqui- sto e vendita di libri usati, d'ogni genere; unica nella capillarità, unisce negli stes- si negozi una selezione di nuove uscite e una vasta scelta di usato, con prevalenza forte di quest'ul- timo, mai trattato come scarto, né con la sacralità delle librerie anti- quarie; con una comunicazione chiara, spazi semplici e luminosi, riesce a rendere il libro un ogget- to quotidiano senza svilirlo e a rendere l'acquisto e la vendita dei libri usati un gesto spogliato di ogni connotazione svilente, bensì etico, si direbbe: cool. Da qualche anno è attivo il si- to internet, lineare e di facile utilizzo. Negli ultimi dodici an- ni ha pubblicato 21 numeri del- la "Guida ragionata ai libri ri- trovati", strumento d'acquisto ma anche eccentrico osservato- rio sugli scarti dell'editoria del nuovo. Lampi di stampa ha ormai quasi dieci anni di esperienza sul campo, cosa che ne fa la prima editrice di print on demand in Italia, proprietà di Messaggerie (che già con il Libraccio ha aper- to in joint venture i MelBooksto- re, librerie di grandi superfici con libri nuovi e usati, e che ha inoltre come divisioni Ibs, per la vendita on-line, Messaggerie Li- bri, per la distribuzione, Ubik, per unire in franchising librerie di piccole dimensioni, i siti Wiiz e Mymovies, il gruppo editoriale Mauri Spagnol con tutte le sue sigle editoriali, una divisione in- ternazionale dedicata ai periodi- ci, una radio, la Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri e altro ancora, in un'articolazione che ten- de a coprire ogni ambito dell'editoria). A differenza di Lulu o ilmiolibro.it, più marcatamente orientati al self-publishing, Lampi di stampa si propone so- prattutto come stampato- re/editore, una vecchia alleanza che ha spesso dato ottimi frutti: "La missione di Lampi di stam- pa è quella di stampare e pubbli- care quei libri che sarebbe antie- conomico produrre in poche co- pie con i mezzi tradizionali". Su questa base, aperta ovviamente anche al self-publishing, ha ten- tato in questi anni la via delle co- edizioni, ha reso cioè disponibi- li, in accordo con gli editori, te- sti usciti dal catalogo e ritenuti non più redditizi in rapporto al- le alte tirature che gli editori maggiori, in stampa tradizionale, sono obbligati a fare. Attività che resta però sinora un po' late- rale, scontando forse una man- canza di una figura di responsa- bilità che operi le scelte, che porti alla vera costruzione di un catalogo, e scontando certamen- te un ritardo sempre più cogen- te delle grandi case editrici nel- l'approccio alla stampa digitale e alle microtirature. Ora un accordo fra Libraccio e Lampi di stampa ha prodotto le edizioni omonime, che nasco- no nel 2008 proponendosi l'ob- biettivo minimale della ristam- pa dei testi fuori catalogo più ri- chiesti nelle librerie Libraccio, privilegiando l'osservatorio da- to dalla libreria presso la Fa- coltà di architettura del Politec- nico di Milano. Confortati dai primi risultati il catalogo si è strutturato (accanto alla prima, "Ristampe") in due collane, a direzione esplicita, una, "Pro- In questo numero la parte dei Segnali inusualmente monotematica: si parla so- lo di politica. Lo fanno nomi noti della scena culturale e politica di questo paese: intellettuali im- pegnati, e dirigenti di una si- nistra in crisi di identità, come suggerisce il disegno di Mattic- chio che ne accompagna i ragionamenti. Ma come può "L'Indice" parlare di politica? Una prima risposta è ovvia: partendo dai libri. Con- frontandoli, vagliando affinità e differenze, cercando in essi riflessioni che abbiano la forza di alzarsi al di sopra della sconfortante contin- genza. Non ci sono regole per dire se tempi mediocri producano necessariamente libri di riflessione politica mediocre oppure se proprio quei tempi grami siano potenziali incubatori di nuove virtù civiche che hanno bisogno di tem- po per affermarsi. Il fascismo, ad esempio, ha temprato la miglior classe dirigente e politica che questo paese ricordi: potrebbe essere un buon auspicio. Una seconda risposta, meno ov- via, la si può ricavare dai percorsi e dalle scel- te di questo giornale. "L'Indice" fa politica da sempre. Ha sempre recensito, talvolta ampia- mente, libri dei e sui dirigenti politici italiani, ma sarebbe utile, in questa sede, affrancarsi dall'equazione (errata) secondo cui politica è soprattutto quel qualcosa di cui parla il ceto politico. In questo paese a molti sembra sia co- sì, ma è, a ben pensarci, solo un segno della sua frantumazione e scadimento culturale. Politica sull'"Indice" è stato il magistrale artico- lo di Telmo Pievani sulla striscian- te espulsione di Darwin e delle sue teorie dai programmi scola- stici. L'aver reso noto in Italia il senso e la protesta di Cri- stoph Hein contro la cancel- lazione di una intera genera- zione di artisti della DDR da parte della Ger- mania riunificata. Aver messo in copertina e in primo piano donne come Bianca Guidetti Ser- ra o Hélène Berr. Aver scelto di dotarsi di un inserto sulla scuola (giunto felicemente su que- sto numero alla sua ottava uscita) perché da lì, come spiega bene Rositi, passano i destini di quella che si diceva un tempo la "futura uma- nità". Per contrapposizione è altrettanto chia- ro che cosa "L'Indice" non sarà mai, politica- mente parlando. Anche se il suo cuore e la sua mente sono ascrivibili a un'area democratica, progressista e di sinistra, non sarà mai, neppu- re lontanamente, un partito né una sua corren- te, non sarà mai una linea, non sarà mai un re- cinto angusto e settario. Con lo scrupolo, do- veroso, di ristabilire, dove è possibile e neces- sario, un principio di verità e di memoria. "L'Indice" anzi ha sempre coltivato l'ambizio- ne di essere la grande casa ospitale e libera del meglio della produzione culturale italiana e in- ternazionale. Ambizione fondata sulla convin- zione che degli uomini migliori, delle loro sto- rie e idee si possa sempre trovare traccia in qualche libro. spettive", di Adalberto Del Bo, l'altra, "Quaderni di Architet- tura del paesaggio", di Vincen- zo Donato e Giovanni Tacchini. In un approccio mobile, che comprende copie anastatiche pure, come per Antologia di edi- fici moderni in Milano, a cura di Pietro Bottoni, una bella edizio- ne "Domus" 1954 per la grafica di Albe Steiner, ma anche ana- statiche cui vengono aggiunti degli apparati di aggiornamento bibliografico, come è per Mila- no. Guida all'architettura mo- derna, di Maurizio Grandi e At- tilio Pracchi, o testi rinnovati, in accordo con gli autori, nel- l'apparato bibliografico, come per Dimenticare Vitruvio, di Fulvio Irace, il catalogo Librac- cio Lampi di stampa inizia a co- struire una via possibile a una forma nuova di editoria, met- tendo a profitto competenze e osservatori privilegiati. Per ora limitata a un numero di uscite basso, l'esperienza, confortata dalle vendite in linea con le aspettative, sembra muoversi soprattutto come una sonda, posta al centro di un terreno quasi inesplorato e in larga par- te ancora da disegnare. La co- noscenza del mercato librario colto dal punto di vista delle mancanze, la duttilità della stampa digitale, la capillarità della distribuzione, e un'atten- zione alle caratteristiche fon- danti l'editoria tradizionale, fanno dell'accordo fra Librac- Born to Write Intervista a Guido Conti, direttore editoriale di Mup Editore Come è nata l'idea di istituire un concorso per giovani autori? L'idea è nata dalla volontà di offrire ai giovani narratori e poe- ti l'opportunità concreta di rendersi visibili e confrontarsi con chi condivide la loro stessa passione. "Born to Write", infatti, è un bando di concorso che fa parte di un'articolata iniziativa a carat- tere nazionale, realizzata dal Comune di Parma e dal Comune di Firenze in collaborazione con la casa parmigiana Mup Editore e inserito in "Italia Creativa", progetto per il sostegno e la promo- zione della giovane creatività giovanile a cura del ministero della Gioventù in collaborazione con Gai e Anci. Comune di Parma, Comune di Firenze e Mup Editore lavorano già da anni sulla scrittura dei giovani esordienti. Nello specifico, il Comune di Par- ma si occupa di narrativa attraverso "La luna di traverso", rivista, edita da Mup Editore, che pubblica racconti, fotografie e illu- strazioni frutto di una selezione quadrimestrale. Firenze invece si occupa di poesia attraverso l'organizzazione di laboratori di scrit- tura poetica e la pubblicazione di "Nodo Sottile", rivista di poe- sia contemporanea. "Born to Write", frutto dell'esperienza matu- rata dalle due città, nasce dalla volontà di offrire ai giovani scrit- tori in età compresa tra i 18 e i 35 anni, anche non esordienti, un'opportunità di confronto con affermati esperti del settore let- teratura, finalizzato alla crescita professionale. Il bando di con- corso intende inoltre promuovere il lavoro dei giovani autori at- traverso strumenti promozionali capaci di presentare le loro ope- re a un vasto pubblico e agli esperti di settore. All'iniziativa, che comprende numerose attività collaterali, prima fra tutte la rasse- gna letteraria "Inchiostri d'Autore", che si svolgerà a Parma nel- l'ottobre 2009 (www.inchiostridautore.com), è stato dedicato un portale web. Il sito www.borntowrite.it spiega nel dettaglio cos'è "Born to Write" illustrandone il bando di concorso, le attività correlate e i partner promotori. Il sito offre inoltre alcuni comodi servizi per l'utente: è possible accedere alla brochure del bando contenente i moduli per la partecipazione, consultare comunicati stampa e immagini, leggere le nostre news e ricevere informazio- ni iscrivendosi alla newsletter. Vi appoggiate a un comitato scientifico? Da chi è composto? Il concorso, diviso in due sezioni, una dedicata ai giovani poeti e una ai giovani narratori, ha due commissioni di selezione composte da esperti. La commissione giudicante la sezione poesia è compo- sta da Elisa Biagini, poetessa e traduttrice, e Fabio Zinelli, critico letterario, mentre la commissione giudicante la sezione narrativa è composta dalla redazione della rivista "La luna di traverso", Diego De Silva, scrittore, Claudia Tarolo e Marco Zapparoli, direttori del- la casa editrice Marcos y Marcos, Fulvio Panzeri, critico letterario, Bruno Quaranta, giornalista. I testi dei vincitori confluiranno in due antologie (una per la poesia e una per la narrativa). Come siete riusciti a trovare un edi- tore interessato a questa operazione? E stato facile. Abbiamo valutato il panorama editoriale italiano e la nostra prima scelta è caduta sulla casa editrice milanese Marcos y Marcos, una delle poche case editrici indipendenti che Milano possa vantare, specializzata in letteratura e poesia moderna e con- temporanea. L'incontro con Claudia Tarolo e Marco Zapparoli è stato un colpo di fulmine: ci siamo intesi immediatamente sull'im- portanza del proporre ai giovani scrittori la possibilità di pubblica- re a livello nazionale. I racconti e le poesie degli autori selezionati saranno infatti pubblicati in due volumi che verranno distribuiti e promossi in tutte le librerie d'Italia. ciò e Lampi di stampa un se- gnale molto importante, da se- guire perché capace di dare in- dicazioni utili sull'evolversi del- l'editoria in questi anni, serrata fra radici antiche che non si sanno più rivitalizzare, e oggetti nuovi dei quali ancora non si sa immaginare l'uso, come i lettori portatili di e-book. Soprattutto, sembra dare se- gnali interessanti riguardo alla crisi della figura dell'editore, lad- dove il diffondersi rapidissimo del self-publishing ha minato alla base la professione, svuotandola del prestigio che la sua necessità assicurava. Le due miopie specu- lari, del ritardo rispetto alle nuo- ve tecnologie da parte dell'edito- ria tradizionale e dell'illusione da parte degli autori della fondatez- za di un'editoria senza autori al- tri che loro, creano un campo in- certo, e forse preludono a nuove incertezze di ruoli e di risultati. Il tentativo, pur minimo, di Librac- cio Lampi di stampa sembra muoversi all'interno di questo campo. Resta la qualità della stampa digitale e delle tecniche di riproduzione dei testi e delle immagini, lontana dalla bellezza che produce l'editoria tradizio- nale, relegando le microtirature nell'alveo di un'editoria emer- genziale, di soccorso, e questo ia- to è per ora la difficoltà maggio- re da superare. Errata corrige Nel numero di luglio/ago- sto, a causa di una svista reda- zionale, Pietro Deandrea è sta- to erroneamente nominato co- me Pietro De Andrea. Nel dossier dell'arte del nu- mero di settembre l'articolo di Stefano de Bosio è stato erro- neamente intitolato Canova e le altre invece che Un artista sul cantiere e la recensione di Stefania De Blasi Dare un fiore alla ricerca è stato penalizzato da un errore di impaginazione. Ce ne scusiamo con i nostri au- tori e con i lettori.