deflazione del valore della produzione a prezzi correnti secondo la metodologia comunemente usata, e si ottiene un valore che dovrebbe permettere di calcolare le sole variazioni dovute alla maggior o minore quantità prodotta. In luogo del valore della quantità prodotta espressa a prezzi costanti, si ricorre spesso alla determinazione del valore aggiunto, considerato al lordo o al netto delle quote di ammortamento. La scelta se includere o no gli ammortamenti è legata agli obiettivi dell’indagine e alla maggiore o minore attendibilità delle stime di cui si dispone. In particolare si fa osservare (2) che una misura della produzione al netto dell’ammortamento è più adatta alle analisi dei problemi connessi alla distribuzione del reddito tra i fattori (politica dei redditi), mentre la difficoltà di stimare in modo obiettivo gli ammortamenti rende più conveniente ricomprenderli in una valutazione dell’output, quando siano altri gli obiettivi della ricerca. Il prodotto, comunque misurato, è posto a confronto, di solito, con due soli input: il lavoro e il capitale (3) riconducendo tutti i fattori della produzione che si potrebbero individuare a queste due sole categorie. Anche gli inputs comportano problemi di valutazione a prezzi costanti tanto più complessi, quanto più accentuata sia l’inevitabile variazione della loro qualità nel tempo. Lavoro Le misure comunemente usate sono: il numero degli addetti e le ore di lavoro prestate. Il numero degli addetti, se si lavora su base annua, dev’essere quello medio dei 12 mesi, tenuta presente l’eventuale esistenza di lavoratori stagionali per i quali è necessaria una valutazione del periodo di tempo nel quale hanno effettivamente svolto delle mansioni. Il fenomeno del lavoro a domicilio, invece, può essere considerato formalmente come un qualsiasi rapporto che l’impresa ha con entità produttive a lei estranee. 39