principio di mercato oligopolistico concorrenziale e sistema democratico-parlamentare a consultazione elettorale) vi erano possibilità di notevole variazione. E questo non solo entro un determinato schieramento politico, e segnatamente quello che, nell'immediato dopoguerra, poteva "gestire" la cosa pubblica (appunto il cattolicesimo politico, il liberalismo e la socialdemocrazia), ma anche al di fuori di questo ambito. Vi era, infatti, la possibilità di sviluppi politici sia nella formazione di nuovi partiti, sia nella formazione di nuove forme di aggregazione politica in alternativa ai partiti. Nel concetto di partecipazione negoziata allo stato la socialdemocrazia sviluppò un principio teorico abbastanza "aggressivo" rispetto ai partiti comunisti: l'indipendenza della "classe" rispetto al "partito di classe", lasciando alla classe operaia europea un'autonomia di movimento che il partito leninista non ammetteva. Ciò approfondì la frattura storica tra socialismo e comunismo, destinata a caratterizzare la vita politica della sinistra europea. L' "intelligenza" dei vincoli di cui si è detto fu di condizionare e sostenere non già una parte-partito, ma un intero schieramento politico che andava dalle democrazie cristiane ai partiti socialisti, in quanto compatibile con i tre punti di cui si è detto. Si stabilì così un principio di fatto di legittimità per uno schieramento politico. La ferma chiusura verso le due ideologie che si erano fronteggiate sul continente durante l'esilio delle opposizioni dalle dittature fasciste e parafasciste, la resistenza e la guerra civile, cioè fascismo e comunismo, non congelò dunque un ambito di sperimentazione politica vasto, diffuso e molto articolato. Esso ereditava, appunto, parte della tradizione ideologico-politica europea, quella che rifiutava il radicalismo politico nei fini e nei mezzi. Ebbene, nei Paesi in cui il fascismo aveva trionfato e il comunismo era stato la spina dorsale, la forza portante, della resistenza attiva, era ben difficile gioco per lo schieramento politico legittimo operare come forza di attrazione, di assorbimento della vecchia destra fascista, da un lato, della sinistra comunista dall'altro. A questo proposito allora, si formularono due interpretazioni per il caso italiano. La prima, è rappresentata dal modello del pluralismo polarizzato, secondo le note caratteristiche convergenti sull'incapacità dello schieramento legittimo di assorbire la destra revanchista e la sinistra "anti-sistema"1. E, da questo punto di vista. L'ipotesi minore del bipartitismo imperfetto confermava questo fallimento addossandolo precipuamente all'incapacità di attrazione della DC, come rappresentante italiana del cattolicesimo politico2 . L'altra ipotesi, quella del pluralismo centripeto, vede, nelle stesse forze "da assorbire", il tentativo di entrare nello schieramento politico 2