sono tuttora in una situazione indistinta, indefinita, avente un programma incerto. Una parte di questo movimento operaio può rispondere al /ascino esercitato su gualche nucleo di lavoratori dal principio di iiasione, dal concetto di patria posto a base del programma sindacale, principio che, nell'on-dulure svolgimento della psicologia collettiva, emerge ora sui concetti di internazionalismo e di socialismo, tanto diffusi sinora presso le masse lavoratrici. Una sezione, forse pili ampia, di questo sindacalismo fascista, deriva probabilmente dal terrorismo inizialmente svolto per disgregare le leghe rosse delle campagne, dalla tendenza alla imitazione che ha pure una grande importanza nei fenomeni collettivi, dalla tendensa di gruppi di affiliati ad abbandonare aggregati indeboliti per trasferirsi ad aggregati gigauteggiauti. Una sezione disgraziatamente assai ampia, nella forza numerica dei nuovi sindacati, è forie creata da un calcolo politico: i costituita da elementi che ricercano nei nuovi nuclei, come già nelle leghe rosse, un mezzo per agire sullo Stato e sugli enti locali, più ancora in vista di privilegi tradueentesi in benefici pecu-niari che in vista di una protezione legislativa. Ma, malgrado l’agire di questi fattori, sembra delincarsi tuttavia, a traverso questa nuova crisi del sindacalismo italiano, come già in crisi anteriori, una certa corrispondenza Ira la specializzazione professionale della massa operaia e la specializzazione delle leghe per principi politici. Le leghe rosse mantengono il loro dominio fra i metallurgici, i meccanici, i tipografi, i cappellai, i muratori, i vetrai, i litografi, ecc., cioè presso nuclei di lavoratori qualificati, nei quali il fenomeno del trade-unionismo ha più lontane origini e più salde radici ; le leghe bianche sono presso che limitate ai piccoli proprietari e ai mezzadri; e le leghe fasciste hanno prevalentemente raccolto le loro ancor fluttuanti file nelle campagne, tra i lavoratori dei porti e del mare, e fra gli impiegati e gli agenti dello Stato. Lo stato caotico ora dominante nel movimento operaio, con i vivaci contrasti, le grandi divergenze di principi politici, e specialmente la depressione estrema in cui si è incurvata la sezione del movimento operaio che proclama i principi della lotta di classe, sono fenomeni tutti strettamente. connessi con la fase di depressione economica. La depresione economica, con la discesa dei profitti, con la contrazione nella domanda di prodotti e di braccia, pone dei limiti insuperabili al movimento trade-unionista, rende fatale un atteggiamento dimesso, unicamente difensivo, e torna propizia ai disgregamenti, alle discordie. Ma la fase della depressione è transitoria ; e la non lontana fase dell'intensità negli affari ridarà al movimento operaio le sue energie aggressive e favorirà la formazione di più salde e più ampie coalizioni, trovanti immancabilmente la base programmatica nella opposizione contro da classe padronale per la conquista di migliori condizioni di lavoro : forse, in quell'ora non remota, nel movimento operaio italiano potranno svolgersi fenomeni reciproci a quelli ora avvenuti.