tìio;io dai depositi iu conto corrente : la rimanenza di fine d’anno rivela un andamento complessivamente stazionario. loia loia 1011 Banca d’Italia............................milioni 49.4 46.8 50.2 Banco ili Napoli............................ » 24.5 25.4 26.0 Banco di Sicilia........................... » 13.1 15.5 15.9 Il maggiore proiitto derivante dalle operazioni attive per il rialza nel saggio dello sconto e l’attenuazione negli oneri gravanti sullo circolazione hanno lievemente migliorato il risultato economico netto della gestione dei tre istituti. L’utile lordo ammonta complessiva-meute a L. 76 346 700 contro 66 S92 175 nel 1912, L. 62 178 616 nel 1911; L. 57 949 179 nel 1910 e L. 53 075 948 nel 1909: per i due banchi meridionali il maggiore utile ò connesso con la gestione ordinaria, mentre che invece il conto delle perdite e dei protitti del maggiore istituto presenta nella sezione attiva (al pari che nella passiva) la partita di L. 9 887 381,53 connessa con la chiusura della liquidazione della Banca romana : la lunga e laboriosa opera di tale liquidazione è costata alla Banca d’Italia circa 58 milioni, oltre alla perdita degl’ interessi. La Banca ha potuto elevare ancora la misura del dividendo portandolo a L. 48 ; così dal 1905 al 1913 il dividendo è andato gradualmente crescendo da L. 18 a 48: le ultime annate sono state largamente beneficate dal rialzo nel saggio dell’ interesse : d’ora in poi il bilancio della Banca sarà alleggerito per la cessazione dell’accantonamento di due milioni già assegnati alla liquidazione della Banca romana. Il prezzo medio dello azioni è ancora lievemente declinato in relazione all’andamento nel mercato dei valori (L. 1 43S,85 contro L. 1 444,15 nel 1912; 1 470,29 nel 1911 e L. 1 440,60 nel 1910. I proventi ricavati dall’erario per tributi e partecipazioni agli utili raggiungono una somma cospicua: Banca d’Italia Banco di Napoli Banco di Sicilia Imposte e tasse.............L. 4 626 251 2 356 972 529 930 Partecipazione agli utili . . » 4 800 000 228 017 1 * # * Anche per gli istituti di credito ordinari il movimento degli affari nel 1913 ha risentito sotto vari aspetti dell’andamento critico della economia nazionale: per qualche ramo il lavoro normale si è presentato in complesso discretamente ampio e proficuo; per altri è stato ridotto in conseguenza delle condizioni sfavorevoli di varie industrie. Parecchi istituti in questa non lieta fase della vita economica risentono duramente le conseguenze dell’avventato impulso dato con soverchia larghezza alle industrie negli anni floridi: avve-