rifcc puff anche emulazione invidiofa. Il primo fù l’aver’egli in più fiate ragionar fentito dei nobilitiamo penfiere avuto dal Signor D. Torrimato Rofpigliofi Nipote di Clemente IX., il quale-, era di promuovere con una erudita Adunanza-, quello Ecclefiallico efercizioq fiècome già fatto avea il Zio nelle famofe Accademie di beile lettere da lui promoffe, e mantenute in Roma-.» le quali illullraron tanto il Pontificato di Urbano Vili, li qual penfiere non potè però poi dal Rofpigliofi effettuarli, a cagion della morte , che invidiandone a lui la gloria » a noi il profitto , ne fraftornò 1’ opera » e ne guaito il difegno. L’altro morivo fu, Taverne egli ne’fa ni-gliari ragionamenti comunicata l’idea al Signor Cardinale'Francefco Barberini Vice-Cancelliere di S. Chiela » e l’eftergli fiata da quelli noti-, {blamente approvata , e laudata » ma eziandio l’averlo quettimedefimo animato ad efeguirla_.« Ond’ egli unitoli in parecchie famigliar! adunanze co’ primi dotti , e fodi uomini, che in_, quel tempo in Roma facean foggiorno , tra_, lor convennero di voler quanto prima dare al difegno i’efecuzione» ed all’imprelà il principio . Ritrovava!! in quel medefimo tempo inj Roma con credito di letterato, e prudente uomo, tra per la contezza di varie fetenze, che egli pof- fe-