P 1 M 0» 33 COME I PRENCIPI SI DEBBONO AFFATICARE PER fapere a che fine'fon prenci pi,& di che gente fli Talete filofofo,di dodici dimando che gli fecero, & la rifpofta, che egli diede. Cap. XXXV. GL I è commune, <& antica, fententia, & per ^rifiotile, che era paga no,più volte replicataci) e finalmente tutte le cofefi fanno a qualche fine:perche niuno comincia opera alcuna ( (ìa buona,o trifìa) che egli nonfia mo/J'o difarla a qualche fine.Se dimanderai ad alcuno hortolano,a che fine e -gli'adacquil’herbe ; ti ridonderà, che lo fa per cauare qualche denaro delfuo horto. Se dimanderai al.yiuo,per qual caufa egli corre tanto furibondo, et in fretta ; egli rifodera,.che fi va ammettere in mare,dal quale hebbe principio. Se dimandi a gli alberi,perche fiorifeono aprimauerayri/fionderdno, che fan qfioper dar eilfrutto l'autunno. Se vedeffimo un tratto vn viadante p affare con nieui i porti,i fiumi co pericolo,i moti co fo/fietto,l’eftate co’l maggior cal do,et il verno co acque,et gli dimadaffimo co tai parole ;dico amico,a che fine tu fai qfto. viaggio,nel quale tu foflieni tanta faticategli ri/fiodcrebbe,p c erto,ofignori,io no fopiù la fine del mio camino, nèperch’io fofienga tanta fati ca,che voi. Dimando anchora qualgiuditio faranno gli huomìni prudenti di quel caminante innocete,certamete fententieranno p pango quell'huomo ,fen . nptvdirlo più particolarmete;pche molto male auetùrato è colui che no {fiera au« premio della fua fatica. Irla tornando a propofito,il Precipe ingenerato come turai0 èco gli altri huomini,nato come gli altri huomini,alleuato come gli altri huomini lui , che uiue et muore come gli al tri huomini,e co q/le imperfettioni comanda a tutti gli huomini;fe dimàdaffeno a cofiui,p qual caufagli ha dato Iddio talefìgno-ria;e/fo rifonder ebbe,che non lo fa,ma che è nato con quella.. In qucfto cafo giudichi ciafcuno quanto quel fe meriti digouernare quel regno, perche gli è imponibile,eh e unofappia miniftrare giu/htia,fe egli non fa che cofa fiagiu-fiitia; i Prencipi,etgran/ignori odano quefia fententia, e fe la fermino nella memoria. Quell'eterno artefice, quando determinò di fare /ignori in quefto mondo, egli non gli creò, perche mangia/feno più che gli altri, che beue/feno più che gli altri,non perche dormiffeno ,godeffeno, pa/fa/feno in più delitie, che gli altri, ma fi bene che comandajfcno più che gli altri, con patto che fuf-feno megliori che gli altri.Trfagli è cofa molto ingiufta, la quale genera gran fiandalo nella fep. uedendo con quanta autorità impotente comanda a uir-tuofi, & con quanta s facciatagine egli fignoreggia a tutti i vitiofi. Io non fo qualfignorefia ardito di cafligare ifuoi vafalli,vedendo in fe ftejfo molte cofe degne di punitione ;pche gli e cofa monftruofa,che un cieco voglia guidar e co lui, al quale manca vn'occhio folo. il gran Cato Cenforino interrogato,quale dotiea e/fer il B^e,per chef offe buono,di maniera che fuffe amato,temuto, e no //recato ; ri/fiofefilbuon Trencipe debbe e/fer come il‘ venditore di triaca, il quale non Ipera pmio della fua fa cica. A che fine fiano ordi nati i prc ci pi.