Vt L-I B 0. *li perdonerenio,et pregbéremolifiche nanfiano Dei in terra.,ma buoni Chrì fìiani nel Maneggio della fiepublica; perche i Trincipiconuiene che frana valordfi óonglìctterni:&po^ffintii^erfijfdoii, QuintoiTrencipideb , . bono e/fcr Migliori Chrittianfìeltegii altri; perche ilfauore,Òildisfauoregl{ d'/fì'tìór^ uenìte daf0'-0 L>io,& nò da altra per fona.Ho ueduto,cbe i ’Prèncipifi vìcn d^fo ([Mai póngono ogni lorofperanga nelficcorfi,<& fattore di altriTr.éncipi,fi k> Dio.' rio peggio trattati,& abbandonati da Dio, &per il contrario ; <&■ quei non ep'gli huomini in loro fauore.Molte uolte al miglior tepo,quado’if attorefili mano fa tifino córfòco maggior prò fperita, il fiecreto giuditio di Dio lo rafi frena di modo,che i'cofiderati, & gli amici de iTr encipipofiono ,& voglio no aiutarli,ma Iddio no vuole,chefìano aiutati,nèfauoriti,perche ueggano-, che illor riWedi'onòn’cótiftfte nellafollecitudine humana* ma nella diuinapa. uidentia. Pnprencipe,che tiene vn regno,nonpermette,che fingafica fiapu-ta fi faccia cofa"dlcuna in quello, &pdrimete Iddio,che non meno,èfignore del cielo,& delta terrd,chefiano i ‘Prencipi de i lor regni, vuole che tutti fi riferifeano a lui iti ógni loro opera,& fiperanga, & sì come in lui è. il finedi tutte le co fi,co fi ricérca,che ogni nóflrd opera fi cominci, & forni fi ainlui. OTréncipifejtoi fiapètti, quantopoco importa lo far male con gli huomini, & quanto uale lottar bene con Dio,io vi giuro,che nonvorrefte direco gii huomini'vna paròla,& non ce/farètti di ricomandarui a- Dio giorno,&nofi Alfauor di te; pérchè.piùprónto è Dio a /occorrerci, che noi ad inuocarlo. Efinalmen-Dio non tej qHe[ fàuore che cipoffonofareglihnominipuò e/fergitafio da altri buo~ ^u° refi ma a quel fattore,che ci fàlddio;non è buomo;cbe poffa refi fiere,ncal tro Dio,che uaglia a cotr adirli. Quelli c’hanno guadagnato afidi, &pofiedo no affai, lo debbono conferudre' cò’tfauore de chipoflòno affai; & efiendo cofì,io faccio afapere a i ‘Prencipi,che tutti gli huominiinfieme non pofibnò tanto,come Dio filo,perche più fiauenta ilhramito d’un Leone, che furiare d'un lupo. Io confeffo,cheàTrencipi qualche uòltdpofionoguadagnare,prò curare, & acqùittare molte cófe,ma dimanda a quelli, onde hanno acqui- ftatoilfauoreper conferuarlo éleggiamo afidi uolte, "che in breue tempo Romani ^’^q^ftanogranfignoriefie quai nonfipofiono reggere congiuditio huma-perfero la rio,nè con forge d’huomini confinare. Romani perfero in tre anni quel-* libertà f>. la libertària quale haueano acquifiato in anni feicento. Reggiamo per fio, la qua Ichaueua no acquifera inan ni