te/blamente un’huómovna dana,& un ferpente,vicino al quale era "vnfolo Iddiopo- jn quell’iftejfo giorno, neiquale Iddio fornì di creare il modo, eglipofenelpt fcnel pa- ' -/../« ” 11 radifo la forca,& il coltello. albero vietato. Sia cofa marauigliofa da dire, & non meno foauentofa, che tadifo terrefte la forca, & ilcoltello.-la forca fu l’albero vietato, del quale Plagiarono i noftri primi padri,la onde furono giuftitiati ,& il coltello fù la pena,con laquale fiamo decapitati fin’ad bora noi,loro miferifigliuoli, p che neramente ejfi mangiarono l'acerbo della colpa,& noi habbiamo i denti fia uitiper la pena. 1\fin uoglio dire,come Iddio con la fua potentiafollieuagli opprefi, con la fina potentia incarniva i mal guidati,con la fua volontà diffi mula le nofire cattine opere , con la fua clementia perdona , a chi l’offende, co la fua luce alluma le cofe ofcure,co la fua rettitudine dri^a quello, ch'è torto,con la fua liberalità paga più di quello,che è il merito,perciò uogliodi Dio calti- Ye narrare,molto a lungo, come ilnoftro Signor Iddio caftigatutti che^nó fo? quelli yche non Siano ne la fua gratia.Quante bario da fìar fìcuri,ò Signori,! no nella tuoi fornitori,p che i lor pochifor uitì] bano da riportar gradi premi],& qut fua gratia. to bano da efier dolenti i cattiui,i quali per i loro molti mali ricever ano bar rendi castighi,per che fi come ilnoflro Dio per fuabontà no lafcia operabuo na,cbe no fia premiata,cofi egli non lafcia con la fuagiuflitia alcuna colpi fenica pena.-gli è da fapere,cbe fopra tutto,& più che tutti,cafliga granirne te coloro,che fi adoprano contra la fantafede catolica,pche Cbriftopo fi tiene ingiuriato da coloro,chepfegueno la fua chiefa, che da quelli, chepo fero mano nellafuaperfona, leggiamo chep il tepo paffuto Iddio hqùeadi-mòfìrato mo-lti notabilifupplici]fopra affaiTrencipi^famofihuominiino dimeno egli in ninna cofa tanto ftefe la mano,quanto cotra quelli,chqadorA nano gli idoliinfami,& violavano i fiacri tempi],p che none la maggior coti pa au ariti a Dio,che nella uita lafciare la fuafantafede , & nella morte de-/ferarfi della fua mifericordia,piacefie alla diuina clementia, che noibauejji mo tanto conofcimento delle nofire colpe,quanto egli tiene cotodi darci per quclleil caftigo: perche fe cofìfujfe,noifi emedarefiimoper l’auenire,etDio ci darebbe perdono generale per lo pafiato. reggo una cofa, & perfidi no m’inganare in quella,cioè,che il peccare affegnano alla debole^a,& mifefo humana, & poi nel fodisfare alla colpa,dicono di effere infermi, fi che faccia mo ilpeccato,& biafìmiamo la pena,che meritiamo per quella. Tfonniegh Inconfian cl)e permettendo ildiuinogiudicio,& meritando i noftripeccatiticaftiuino ceri d^qtìe fianoPerP°Jfiec^erein quefta uita ilorpiaceri, maiogligiuro, chenonfene fta uita? auedendo,gli perderanno contra lor uoglia,per che fono tanto inconfland ipiaceri di quefta uita,che a pena cominciamo aguaftarìi, quado cidifftar£~ no dopati agli occhi. Gli è regola infallibile effievimentata da buoni ,&da rei huomini,che tutti naturalmente bramano più tofto , chegti auangi che gli manchii& tutto quello che molto fi brama,con molta diligenzafi cerca, & quello