5T ? rI W 10.5 re alla porta,affaltano l’btìomolMa l'elemento gener ofo delfuocovennefo-pra dì quella,et uifè tre effetti,prima mi cauò di p enfi ero di rifar la,dipoi mi fcansò la fi e fa di rQuinaria,& il tergo fu,checauò di lite i miei heredi, pcbe molte uolte tato fi '/fende a litigare per unàcafapouera, che fifarebbe una càfa rìcca.Chi dicono poi,come io mancado de i beni, di fortuna,bò perduto i miei traffichilo penfano,nè parlano con ragione, per che la fortuna no mai diede quefili beni tepor ali ad alcuno,come cofa propria-, li depofita in mano, di cui efia -vuole,& p quato tòpo lipiace;quado poi la fortunande, che gli La Fortu-huomini,i quai effa tiene per depofitarfiffi uogliono fare heredi, quadopenfa ^quando no che la cofa fia loro propria,la toglie da quelli^tdalla ad altra perfona. chadcflbr Io nSpoffo con ragione lamentarmi di hauer perduto cofa alcuna,hauedo la contraria. fortuna ricomandato altribeni teporali,pche porto meco la patientia, et la filofofia,che mi fcaricano-di quel d’altri,et bora no hò carico fe nò di me folo. Laertio nel quinto dellefententie de Greci,narra, che quesìo filofofo Bia, fi diffofe di andare ài giuochi del monte Olimpo,otie concorreuano di tutte le nati.oni delmondo;& iti egli dimostrò tato ingegno,che rimafe più riputato di quàtifilofofiui fi trottar ono,& acquistò fama di ucro filofofo.E filando in queigiocbi Olimpi,altrifilofiofigli. fecero certe dimande di molte, ediuerfe La prima dimanda fù tale,qualfuffe il peggio auenturato huomo in questo mondo-, alche Bia rifiofe,Coltiè più difgratiato in questo mondo,il qua le non può fopportare la fua di/gratia, perche le auerfità, non recidono gli buomini,ma il non potere hauer patientia in quelle. La feconda dimanda è,qual cofa è più malageuole da giudicar e in queflo mondo-,al che rifpofe Bia, TS/on è il più difficile giuditio,che giudicar e in una differentia tra due amici,per che giudicando tra due nimici, uno ti refierà a-mieo,&giudicando tra due amici, uno ti refierà nimico. La terga dimada fù,qual cofa fuffe più difficile da mifurare ; alche riffofe Bia,Tfio è cofa nel mòdo,nella quale fi fienta maggior fatica,che à mifurare il tempo,ilquale fi deue mifurare tato giufiamente,che alla ragion no manchi tepoper operar bene,&che nò ne auangi allafenfualità,per operar male. La quarta dimanda fu,qualcofa è,nel còpimèto della quale non fihafcu fa alcuna di no compirla;alcberiffofe Biafiapromeffa,per che chihà cuore generofo,e faccia,che s’arroffifap uergogna, colui fi tiene affretto di fornire quello chefpontaneamète hà promeffo,per che altramente più perderebbe chi perdeffe il credito dellefueparole,che chipdeffe lapromeffa a lui fatta. La quinta dimada fu,qualfiala cofa,nella quale i buoni,e cattiti buomi- ni