cedere,al che Talete riffofe,il mondo , perche tutta la dipintura arteficiale, non può ragguagliare la minor parte di quatito ha fatto la natura. Tergo interrogato qual cofa fuffe maggiore,riffofe il luoco , perche il loco dovendo capire il tutto, ha da effer maggiore del tutto. Quarto,effendo di mandato,chi.fap effe più; riffofe , non è alcuno tantofct-uio come il tempo,il qual troua le cofe nu'oue, & rinoua le paffute. Quinto, interrogato qual cofa fuffe più leggiera,riffofe l’intendente, per-' che nell’intendere non fi piglia fatica ad andare per lo mondo , nè fi corre pericolo apaffare oltra mare. Seflo, interrogato qual cofafuffe più forti; riffofe l’homo sformato è il piti 'ualcrofo, perche la neccfftà auiva l’intelletto dèU’huomò roggo ,&fa il codardo ualóroffo ne ipericoli. Settimo,interrogato qual cofa è più diffìcile da conoffcere;riff offe,che l’huo tno conofca ffemedefimo,perche non farebbe contraflo.alcvno nel modo ,fegli bvomini conofcefjcro ffefleflì. Ottano,interrogato qual cofa fuffe più dolce da guadagnare ; riffofe, qllo che fi brama ha dolce guadagno; perche la perfonapiglia gran piacere nel ricordarli della paffuta fatica, pcrffa per acquiftàr quello,che defiaua. Taglio,interrogato quando ripofa l’huomo,c’ha nimici;riffoffe, quando ue-de morto,o rovinato ilfuo nimico, perche neramente la profferita del nimico e un crudel coltello al cuore afflitto. Decimo,interrogato qual cofa deuefar l’huomoper viver giuflamènte;r.i-ff offe,che pigli per fi quel configlio, che dà agli altri: perche tutto ferrofdei mortali cotififte in quefto,chegli auangano configli per darne ad altri, &gli mancano per uffarli a lor benefici]. 7ndccimo,interrogato qual bene poffede colui,che non è auaro ; riffofe ql tal è libero da i tormenti dell’auaritia, & acquifla amici per la fuaperfona, perche i penfieri tormentano l'auaro, non parendo mai di confermar i denari a ffuo modo,&gli huomini loperfeguono, perche non li ffende. Duodecimo, interrogato quale debbe effer il Trencipe, c’hà da governate altri ;riffofe ,debbe gouernare ffe,& poi gli altri, perche non può flare dritta l’ombra,non flando dritta quella bacchetta, che fa l’ombra. Hòuoluto narrare tutte quefle dimande, p hauer occafione di dire qff ultima riffofla,accioche veggano i Trencipi,&gran Signori, come ciafcuno di effì è bacchetta digiuflitia,& chela ^epublicaaltro non è,che una ombra di quella bacchetta.-perchefi tofto fi comprende all’ombra della Rcpu.fe lagiu-flitia,o la ulta di colui,che la gouerna,e piegata.Concludendo poi quanto è fa Pf adetto,ffe mi dimandaffe un Trencipe,a che fine egli è Trencipe ; io gli ri-ff onderei in questa forma. Quello che è aero Trencipe del tutto, ui ha fatto Tiecipe,accioche fiate ftruggittore dell’herefie,padre degli orfani,amico de fauif