9 ff T M o: js Tfon mi negherai o Jtleffandro , che le molte tue ricchegge tifarono poche , & le poche de altri ti pareno molte, perche i Dei hanno dato per penitenti# La pena al core defiofo, & ambit iofo,che egli nè dal molto, nè del poco rimanga con- dc'b^l-°^ tento.Kffn mi negherai,o .Aleffandro ,che s'hai acquiflato copiofi tefori, hai™1 1 mede firn amente perduti molti buoni amici, perche quefi’è generai maladitio-nefopra i ricchi, che gli huomini amano le lor ricchézze, & odiano le loro fifone. T^on mi negherai,o ^(leffandro,che fe toccherai ilpolfo al tuo core de fiderofo, vederai che prima ti venirà in memoria la vita delitiofa, che il ma-ladetto defio, perche i viti] radicati lungo tempo nel cor e,la fola morte bafta per cacciarli. Tffon mi negherai, o ^tleffandro, che quatunque tu fi offe di piu « di tutti,nondimeno tu godi meno di tutti,per che il Trencipe che poffede affai che pofle* ha da /fendere il tutto per defenderlo,ma il Trencipe che poffede poco auan- de aliai, è •%a tempo per goderfelo. Tinnii negherai, o ^ileffandro,che quanto tu gua- P'ù pone dagni effendofignore,tu ne poffedi il nome folo , & i tuoi vafalli, ne pigliano 1 tutto’l frutto,perche i cori inchinati al defiderio di acquifiare ,firipofano in jc pUOco. quello,dipoi {fendendo, & godendo quanto hanno guadagnato,moreno.Final mente non mi negherai, o Sileffandro , che quanto hai guadagnato in quella longa conquifiaè poco, nffetto a quanto hai perduto della tua fapientia, & ripofo,che è molto ìper che i regni da te acqniflati fono finiti, ma i penfieri, i quali hai pofio fopra’l cor tuo,fono infiniti.Facdoti a faper qslo,che fono più poueri i Trencipi ricchi,che i lor vqffallipoueri,perche non è più ricco colui, che poffede più di quanto è il fuo merito,ma colui che cerca di haucre meno di quello,eh’egli merita.-perciò voi Trencipi non poffedete cofa alcuna,& quan tunque fiate pieni di thefori,nodimeno ui trouate poueri da boni defidcri. Tot c.he,o ^ileffandro,habbiamo cominciato a far conto,uediamo qual'è il fine del tuo conquistare, o che tu fei huomo, o Dio.fe tu fei Dio ,fa che noi fiamo immortali,& facendo quefio piglia noi,et le noflre facoltà,perche no ui èpre^-%o alcuno,che poffa comperare la vita perpetua.Sappi,o ^Fleffandro,che noi per quefio non ci curiamo difarti guerra, uedendo come ate ,& a noi s'ha da finire tofto la uita, & finalmente colui fente di pa^gia,il quale uole flantiare in cafa d'altri fie tu^lcffandro ci defii vita perpetua,ciafcuno fi affatichereb be di guardare la propria cafa,ma fapendo noi, come tofio s'ha da fornire la nofira uita,pocofiimiamo che ti rimangano i'nofiri beni, perche fegli èpa^ %ia voler habitar lungo tempo in cafa aliena,affai più pa^o è colui, il quale perdendo la uita, fi pigliapenfiero delle ricchezze ch’egli lafcia. Trefup-ponendo, o ^ilcffandro,che tu non si] Dio,ma puro huomo,io ti fcongiuro'per gli immortali Dei,che tu uiui come huomo,camini come huomo, & parli da huomo ,ti tratti come huomo, ti contenti di quanto fi conviene all' huomo, non vogh più che huomo,non brami più che huomo , non procuri più che huomo, perche finalmente hai da morire come huomo, farai fepolto come huomo, & G 4 fot