3$ '^ecònìo giom6'At Quarefimà, ■ bennelfuo eterno configito è fiempre fi abile, e fermo, A immutabilmente però fi muta , invariabilmente, fi varia ,fen\a abbafiarfi s inchina . fi qual m fiero accioche meglio efior poliamo , ricorreremo a Ma- E mai no intendefte quella mirabil arte del fonarne ® Padre Iddio,che i fuoi più cari amici percuote fem W| pre,e flagellarer dargli l’arra dell’amor fu o, che l’v-nico figliuolo infinitamente diletto,empiè di tan>-fej ti flagelli da capo a piedi,fiche ei dìceua.Ego autem iii 3*« flagella paratus fum, Quoniam flagella cireundedcruntme, hoggi ascoltate Efaia, Romani, che vi-racconta di quel gran Rè, sì ifa.37» Tanto,sì buono,sì caro a Dio,che per l’oration lue fece quel miraco lo ftupendo,dimandarvi! Angelo vna notte, che con lafpada nuda vocile cento cttantacinquc mila perfone di guerra,nell’effcrcito di Sennachcrib,chel’aflcdiaua,& diedeglincl mezo della captura sì .£ gran vittoria.E pur il Signore acciò che non fi gonfi,acciò non s’in fuperbifea di tanto fauore, sì ardentemente l’ama, che lo percuote 3S- d’un’infirmità grande vicino a morte, degrotauit Rex Ettechias vfque ad. mortem.GM. va il Profeta,& lo fpauentacon quelle parolesi rifolute-Fe’j 1 Ditone domui tua, quia morieris, & nonviues. Coli a poco a poco comin ■CJ,IX' eia a morire,èvana ogni medicina,niuna cofa gli gioua.O chenuo ìrau.13. m m°di d’amo re. Quem enim diligit Dominus caflìgat, Chrifliani, flagellat > autem omnem filium , quem recipit, dice San P aolo. Quis eft filius, quem non corripit pateri ESaiomone: Quf paria virga, odit filium. Le profperità,git honori,i piaceri t.i fan diuentare il più delle volte ftupidojnfcnfibi le,fuori di te fteffò,t’impazzifcóno. Non vedi, che coloro,alii quali p ogni cofava profpera, rompono ogni cauezza, comecaualli morbidi? Perciò il Signore, che hà cura di té, come tihà allettato col braccio deliro,co benefieij, con le confolationj,il più delie volte,fe t ama,per ridurti in te fteffò,p.er affinarti, per purgarti,per farti crc-feer in gratia,per ingagliardirti alle opere buone, per darti fperanr za di fuggir le pene dell’altra vitaper coronarti di maagior gloria, tiuolgeja man finiftra, mefcola il molto amaro col poco dolce 5 ti unita, ti flagella, ti percuote. O quanro fon vt ili que-]■ uilitationi di Dio , Roma , con. le aduerfitù, con le tribitf-Ifa.xs. gemili : Io doglio lafciar tanti teftimoni) di Profeti - Vexatio Ecd. 17. 'dat mtedcElum 4'afa figuli probat fornax ,& virum tribulatio. Aduttifiiciik funi