A de Chritto. e/iudiflìs quìa dìfium cft antiquis, diblum (inquam) tantum, nonfiriptum, difium à ludfa, non à Àdoyfe. Diliges proximum tuum , (rodio habebis inimicum tuum. Però foggiu nge. Ego autem dico -vobis. Ego Deus deDco, Fons /apientiss verbum Dei, nuouo huomo, eterno Dio. Diligite inimicos veflros. Non pur non gli odiate, ma amategli. Diligite . Non pur gli nocete,ma giouategli. Benefaciteifa qui oderunt vos. Non pur non gli augurate male, ma defiderategli ogni bene. Orate prò persequentibus. & calumniantibusvos. Vn tuoinimico , Chriftiano, ti porta-odio,ti nuoce potendo, ti defidera ogni male?Tu all’incon-tro('diceChrifto)porragli amore, piangi i peccati tuoi,potendo gio uagli, no petendo defidera,e pregalddio a cui niente è imponibile B perlui. Non dico, che gli diafanità, profferita terrena,perche poi ti . faccia peggio,ma che lo conuerta, che lo richiami ndl buon fenderò,che l’emendi. O voi,o voi che l’otto pretefto di nobiltà, di grandezza d’animo, di non voler efler tenuti vili, d’apprezzar l’honor della cala voftra, odiate, perfeguitate fino à morte i voflri nemici. O vipere, o lerpenti, o vafi d’iniquità ripieni, con cheanimo potete chieder mcrcèa Dio dei voflri peccati, fenonpdonatc primaai voflri fratelli^ Superbi, che volete il Re del mondo s’inchini ad abbracciami, evolvili huomicciuoli rifiutate d’abbracciar le voftre iftefle carni ? Il Pad ron cor refe rimette il debito al feruidore; e’1 feruidor ingrato, crudo,& inhumano mette in prigion l’altro con feruo, accioche paghi ? Serae nequam, omne debitum dimifitibi, quo- Matth.iS ni a rogagli me ; non ergo oportuit,& te mifereri conferui tui, (ìcut, & ego tui mi- Jertus firn ? Vdite. vditeodiofi, maligni. Quelita è la nobiltà giudaica, nonlachriftiana. Anzi quanto lei indegno di quello caro no-rnetù huomo, cheli tuo fratello, vnaltro chi diano, chepcr fcioc-chczza,per leggierezza,per iftigationedcldianolo, per malignità di lingue fritte, che fempre fpirano veleno, tliaurà offefo, ingiuriato, torreggiato, e già’n è pentito in fe fletto, già fi duole, & vorrebbe poter có ogni fuo danno rifarel’ingiuria, ma lòtto prefetto di nobiltà di fangue, di magnanimità, di non voler efler difpregiato, p di curar l’honore, odij, cerchi, perfeguiti fino a morte ? O infa-menobiltà. Sai tu Roma, qual chriftiano è nobile ? quello,chele riccuute ingiurie non apprezza .chela vendetta non cura, chel’oR fefe diflìmttla, che a perfecurori cede, che potendo non nuoce. Quel Chriftiano è più nobile,che l’odio affrena,che l’iracondia tem pcra,chegli fdegni rimuoue, che vinccle paflìoni, che fignoreggia l'animo fuo,che comanda a femedefimo. Quel Chriftiano è nobi-liflìmo.generofo,magnanimo,chei detrattori loda,gli offenforidj fende,a i perfecutorigioua, gli nemici feufa, & ama, benedice i calumniatori,del loro danno fi duole,del profitto godc.Cofi era nobile quel protomartire Stefano, che dall’impeto de’faflì, sì cruda-wcte vcctlo, prima che efalalfe quell’anima angelica da sì fanto cor a& 7. po?