Ili Sopra il Cantico. Magnificat, &c. A xit in portum voluntatis eorum, concitile già il Profeta.Ecco l’Euangelio conforme. Et cum transfretaret, venerunt in terram C/ene^arcth ,&appli- Phih.ioj. cuerunt. Orsù, Roma , io voglio finire, percheanco quelle prediche Marc5-del Sabbato hanno ad efler più breui dell’altre,che coli Cogliono an. co fare i lettori nelle fchole in fimil giorno, giorno veramente più di quiete,& di vacantia,che di molta fatica Signori, Sudditi, Prcla ti, Sacerdoti, Preti, & Frati, imitate tutti i fanti Apolidi,i quali in tanta fortuna del mare fi affaticauano , Erant laborantes in remigando , dice fan Matteo. Fate quel poco, che voi potete, remigate con le o-pere buone, affaticateui nella buona vita,non dormite, non dormi te voi. Se ben Chrillo dorme, gli Apolloli vegghiano,- quando dor B me il Padrone , vegghiar debbono iferui, per fargli la guardia .Su sù dal Conno Prelati, Religiofi, hauetepur troppo dormito a danni voltri, nelle vollre delitie, nelle vollre pompe,ne’ udiri conten ti, fuegliateui, fuegliateui, che è ben tempo.Il Gallo vegghia la not tea voi, vegghiate voi a Chrillo in quella tenebro Ca notte. De notte Marc‘14' fiiritusmeus vigilatadte, Vegghiate con le orationi. Vigilate, & orate. Vegghiate ne gli ftudij, fe non per Chrillo, per voi. Se coli farete,io vi dò vna buona nuoua, non vifpaucntate di qualunque fortuna, che vi Ila contra, fe ben Chrillo dorme. Vdite quel che egli dice. Ego dormo, <& cor meum vigilat. Vdite Dauid. Non dormitabit neque dor- p“yt,y’ miet qui cuttodit Ifrael. Tutto il vollro vegghiare farebbe vano.fe non 1 a I1O‘ vegghiafle Chrillo. Nifi Dominus cuftodieit Cluitatem fruttr a vigilat, qui cufloditeam. Vegghiarà,vegghiaràChri(loallafalute noltra,Imploratelo , Exurge, quare obdormis domine ? exurge, elr ne repellas in finem. Domine falua nos, quiaperimics . Tu ci hai pur detto. Ego ero. vobifeum vfque ad confummationem feculi. Ecco chela Naueperifcehormai,chefi dirà di te ? Diranno, chelaChiefaè ncll’Aquilone, e pur è in Roma, & purèinRoma. Tu l’hai pur detto , tu l’hai pur detto, Salua, falua nos ne pereamus. Vederete Chrillo leuarfi con tanto impeto, che guai al mare, guai a venti, chehaueranno fatto fortuna a quella nauiccl la,tllruggerài Turchi, fpiantaràl’herefie, fradicarà gli hipocriti, fa rà tranquille le onde, l’aria ferena. O felice giorno. Quando htc Matth.14. erunt ? quando h&c erunt? .Vergine benedetta, che ti diletti perla tua pie tà, di effere sforzata dalle preghiere ndlre, come le Dee de’Gcntili con le magiche fupcrllitioni ; Io ti feongiuro per quel Canto millerio della incarnatione del Verbo, che ti fece clfultar tato,che pro-rumpelti in quello cantico facro, per tutto quello, che te, & il tuo figliuolo può muouere a pietà della tua Canta Chiefa,che tu folleciti il tuo figliuolo,che fi delti, che comandi al mare,che affreni i venti, die coduca ficura in porto quella Naue, co tutti noi, che nauighia mo.Vcrgine in te è la nollra fperanza.Tu fei il noflro refugio,non ci abbandonare in tanto bifogno, rendendo a te,& al tuo figliuolo di continuo gratie,dcl beneficio,che Cperiamo di confeguire Amé. Della Piai. 4;. Matth.8. Matth-vk.