Del modo di Dorare ec. *1 ? unifce a pocoapoco, per ultimo., alla medéfim-a venti calarti di Zengo ammaccato per cadano oncia di rame , procurando di.aimar mefcolan-do pur quella materia all’altre con un legnetto all’uopo preparato , affinchè s'incorpori . Dopo che avrà per poco bollito , levali il crogiuolo dal fuoco , fi getta in canale , e fi fmorza nell aceto , Quello metallo fi può in una_, o Piu la-forine lottili tirare col martello , o in fimffimo filo, fe così piace ridurlo. Stagno bìancb’Jftmo come ^Argento. P Rendali (lagno fino, cioè di quello, che chia-mafi di riftello vergine, fi fonda in metto-la o tegame di ferro con altrettanta Ialina bian-chiffima ; colate che fieno cotefte due materie unite infieme , fi mefcolino in maniera, che s incorporino bene , e dalla polvere ottura, che da tale unione ne rifulterà , fi conofcexà che fono, incorporate . Fatto quello , pigliali quella ' polvere , e fi lava a più acque in un cattino ; profeguendo una tale lozione , finche 1 acqua retti chiara. Si decanta pofcia l’acqua, e fi con-ferva lo (lagno precipitato , il quale fi mette dopo a colare in un crogiuolo , oppure nella mefcola adoperata da prima, con olio di oliva, nel quale 4 volte fi fmorza ; locche fatto , li avrà uno (lagno belliffimo , ma fenza luono , ® fenza negrezza . Se poi vi folfe chi voleffie a elfo aggiugnere una feda parte del pelo d ar' sento vivo , addiverrà biù bianco , ma più a-gro . Se finalmente piaceffie ad altri di unirgli polvere di vetro bianco , diverrà di fuono argenteo i ma ancor più agro. H Sma}-