20(5 DISCORSO SUL FINE che ora pareggia colle più culte della terra . Felici le nazioni , dove i principi fon grandi per l’amore dell’umanità , che ha la forza di unir tutto in un iòlo} dove onorano i veri ed oneili Saggi b e dove o fono faggi efli mede-/imi , o intendono che loro è neceila-ria la iàpienza delle divine ed umane colè governatrice. Per quanto grande però ila flato tra noi il progredò delle arti e delle fcieiv-ze, e più ancora della ragione, che le nutrifce e perfeziona j nondimeno non ancora abbiamo potuto così rinnovarci? che , lìa forza d’invecchiato coflume ? fia ritrosia delle umane colè ? un certo lezzo dell’ antica barbarie, che colui dille pnfci vejhgia ruris y non ci fia -rimaflo attaccato . Egli non può dirli-, che la ragione fia in una nazione giunta alla fua maturità , dove ella rifìede ancora più nell’ ailratto intelletto, che nel cuore , e nelle mani . Ella veramente è fempre bella : ma dove ella non è operatrice , è ancora acerba \ che può, fe volete , adornar gli uomini , ma non eifer loro utile. Ella è come le gemme, che lucono, ma non nutrifeono . La ragione non è utile,