130 LI B. II CAP. Vili della guerra . E di qui è , che gli antichi ii facevano un punto di onore di non procedere all* arme , fenza prima aver intimata la guerra al filo nimico : metodo da lodarli ; potendo la fola intimazione ridurre le parti a qualche amichevole accordo. Niente è più de-liderevole della pace -, e niente più necesario alla felicità de’ popoli j e per ciò non fi dee omettere niuna diligenza per confervarla . La guerra è una fiamma 9 che divora Tempre due popoli , nella quale x qualunque fia 1* dito, non fi infelicità meno il vincitore , che il vinto . Io non credo, che fi polla fare un elogio più bello , nè più grande di quel che fa Pindaro-alla repubblica di Corinto nella xm olimpiade . Corinto , dice egli , è la fede di E uno-mia, cioè delle buone leggi. Seggono a delira ed a finillra di Eunomia ia fanta Dica ( cioè la Giullizia ) e fama* bile Irena ( la Pace ), figlie deli’aurea Temide. §. XII. Si può qui domandare : fe una giulla guerra difenfiva polla nel progredii con pari giullizia divenire ofièn-fiva . E dico di sì, e per due ragioni : 1 per gaitigare e reprimere la fuperbia,