DE' DIRITTI ESTERNI. 125 ed urtare ad occhi chini!. E’ dimollra-to , che la felicità degli uomini non può coniiftere che nel minimo de’mali. Or quello minimo de’ mali non lì ottiene certamente con lalciar correre fin dove va 1’ irafcibile, 1’ amor della preda , la cupidità, 1’ ambizione , la gelosia . La vendetta è dolce , diceva Achille : ma ci coda affai meno dolori ed imbarazzi il frenar l’ira , che il vendicarci . Quello fi attiene più alla natura ferina, che vuol rompere e romperli : come le querce, dice Seneca, che fi frangono cadendo nel tempo me-defimo che opprimono i piccoli ar-bofcelli. La vendetta di Patroclo coilò la morte ad Achille : ed un popolo per Vendicarli delle ingiurie ricevute da un altro, gli dee prima facrificare centinaia di migliaia de’ migliori fuoi fudditi, e la-fciar poi gli altri a languire nella milèria. §. VI. Si vuol foddisfare al bifogno : è naturale , ed è giullo. Ma il foddif-farvi con una guerra non fa che ac-crefcerlo. Quanto è dolce vivere delle fatiche proprie, in pace, ed in licurtà ! La natura in tutti i paefi fa nafcere di quel che ferve all’ uomo : ed ha dato a tutti due mani , ed un intelletto f 3