260 RAGIONAMENTO XV. pr&finit oculos lex noftra ; perche dun que rate ,c o fieno le voftre occhiate tirate da due pupille ,cno ftan più vicine ad ofcurarfi , q uando fi inoltrano più luminofe ? Perche vi aggirate tutto di ali intorno a certi fepolcri coverti, il cui fetore te arrivale alle voftre narici > metterebbe terrore alio voftre pupille ? Sappiatel pure; tanto bafta, perche io vi abbia in lo/petto , e perche vi tenga da^ me lontani. Aliis velle videri forrnofos, infufpicione) & crìmine hareat, nec effe eft. Finalmente debbono gli Ecclefiaftici tener lontani i loro fguardi da certe ftatue lafcive , e da certe pitture impudiche, che fi efpongono in quelle gallerie , in cui trionfa l’impurità, e innalzo bandiera lo fcandalo. E dalle gallerie paftando a* teatri, quindi debbon andar lungi ancor’ eglino, perche non fono ftatue, ma fon perfone, non fono immagini, ma fono originali, che vi e/pon-gon venale i l piacere , e gode vole la lor com paria. E da’ teatri faccendo paflaggio a’ridotti, anche da eftì debbono sbandire le lor pupille , perche ne’ giuochi fi perde ancor quando fi vede, e nelle vit- torie altrui fi alletta l’animo a perdere, quando da cfle viene allettato agiuocare.E da’ridotti fallando a’libri, neppur quivi debbono fiftareiloro occhi i Cherici, quando contengono,o letture-» dannate, o poco onefte; corrompendo/! da quefte il cuore, da quelle la mente ; ivi perche non fi viva bene , qui perche non fi creda bene . E in fatti, paftando la nudità nelle ftatue c nelle figure dal volto anche alle membra , come poftòn’ eftè rimirar/] , lenza, o fentirne ribrezzo 1’ animo, o provarne folletico il fenfo ? Come dovrà reftarne tur- bata