AL CLERO; 43 gli obblighi, che adempiile. Moftratemi, come folte pontuali al Coro , a cui eravate tenuti, o per legge,o per confuet Udine; come oflèrvanti de’fagri canoni, degli ftatuti diocefam , e delle finodali co-ftituzìoni ; come modelli in Chiefa, compolli in piazza , reiigiofi in cala . Se in gioventù faticatte , ora è dovere, che ripofiate.Ma perche ripofàr fem-pre, quando non faticalle mai ? Folle lungo tempo nella Chiefa, ma non vivelle alla Chiefa. Diufuit , {ed non vixit, dille Seneca di un vecchi o di anni,ma neppur giovane di virtù. Volgianci ora a’Giovani. Ora è il tempo del volito travaglio ; ora fi promette da voi la Chiefa fervigi, ajuti, afsiftenze; ora potete, e dovete lervirla co’fudori, coii’inchioftro, e col langue . E perche dunque a tutt’ altro fi penla , che alia Chiefa, a cui liete obbligati a fervile? Non fapete, che la gioventù nell’ozio è una beftia la più fiera di tutte le belve più feroci? Imparatelo dal Grifoltomo , fe noi lapete ; Otto fa \ttocntus in ludis, t Chrvfofr. comjerfationibus f curiojìtatey tumultibus educata , omni Macìhf' ferocijjima beflia immanior eft . Io non veggio mai alcun libro nelle voltre mani,da cui pofsiace apprendere a regolare e’I voftro,e [altrui vivere; non veggio alcun pattò delle vollre piante, ordinato alla frequenza della Chiefa, in cui fperate,e della Scuola, da cui fuggite; non veggio , che da voi fi trattino acqujftì di anime, eiempjdi virtù, tefori di faenze. Non vo pattare più oltre , perche temo di dir troppo , le ben forfè con verità , pur nondi men con vergogna , non men di me, che il dico , che di voi, che Talcoltate. Dico fittamente, che apprendiate il regolamento di voflra vita dal capo detta nollra Chiefa, F z Giesù J 4