'SX P.« « Mi 3« RAGIONAMENTO III. amor più (incero, nè ton più amorofa fìncerita •' Chiclero eglino colla bocca della lor Madre il fede' Mstth. l0. reDiCf ut jocant hi duo filii mei. Sedere nella cafa-' di Dio 1 Sedere nella fegucla di Crifto ! Seoer nelì^ Chiefa* Dir,ut/ideanti Importuna richieftai ii> confidcrata preghiera! difidcrio difordinato 1 E quando mai godè quiete la vita del Redentore? F<* egli forfè mai in ripofo ? £ dunque che bel vedere/ potrà far mai, comparire il Maeftro in movimefl* to, c gli Scolari ftarlcne a fèdere ? Anzi qual mo-ftruofità farà il faperc, che il Padrone/#// in labori-bus Vjavent ut e ; za i Scw tivù nell’ozio vogliano ftare fedenti ? Il Principe tutto dato alle fatiche, ed. i Vaflàlli agli aggi, ed ai ripofo ? Il Duce ièmprc collarini alla mano, ed i Soldati fempre colle mani alla cintola ? Die, utfedeant ? Ma afcoltiamo ciò che Crifto rifponde, cd alla dimanda delia Madre? ed al difidcrio de* Figliuoli. Nefcitìs , quid petatis • Tant’c. Chi cerca federe nella Chiefa, non fa quel che cerca, non fa quel che vuole , non fa quel che Ibid. v.jo. dice . Ma v’è di più . Poteftis bibere calicene quem ego bibiturus fum . Non è quefto un calice di dolcezze ? guftofo al palato , a cui fi accoda , vago alia vifta, a cui fi moftra . E’ un calice amariffimo, un calice di pene, un calice di morte . Quefto calice fi cfFe-rifee a forbire a chi nella cafa di Dio cerca fèdere . E vuol dire : Che avendo due cafe Iddio, una ifi^ Ciclo ,e l’altra in terra ; inquefta della terra fi dee prima penare, per poterli poicia godere in quella-» del Cielo . Nella cafa , che è in terra , fi fpargòn fu-dori, fi buttati lagrime, fi verfa (angue ; nella cala, che è nel Cielo, fi afferran palme , fi ortengon glorie , fi ricevon corone. Chi vuoi’ ivi trionfare , è d’ uopo