ha Hi 64 3» ■wTìTVÌ CA R Accufe .> e DtJcarichi.» UN ardente defiderio di fare Tempre più rifplendere la fingolare munificenza , e f amore grande del Noftro Rè, e Signore verfo i Tuoi cari fuddiri con illraordinaria re* fiftenza contrafta Gol timore, che qualche oftacolo abbia ad intiepidire la propofta alleviazione de’ tributi, che ( fe non rn inganno ) lembra la più efficace mediatrice a potervi felicemente riufcire * Gareggiando intanto in me il dèfiderio col timore ’ fianco sì, ma non fatoilo di meditare , dopo uno lludio profondo di più giorni tutto aiforto colia men- te pregna di idee verfo le otto della notte mi .gltto al riparo ; ed anche in fogno Tulle meditazioni del dì così ragiono. Sembrami d’ aver fofferto un lmigo penofo viaggio di un’ anno in circa fatto per le Provincie ; e che una ilraor- dinaria confolazione dominava Tempre nell’ animo mio dal vedere cogli occhi proprj tutte le popolazioni di quello Regno impazzite quali da indicibile allegrezza, che con fe-gni di vero amore, e con fenfibili acclamazioni ringraziavano la mano benefica del Clementiffimo Noftro Rè, e Signore, e del Tuo gloriofiffimo Governo per la inafpettata novella della lodevole riforma de’ tributi . Pareva che da tanta gente volgare , ed idiota foflì flato riputato per P oracolo della pubblica economia ; come 1’ Euclide della matematica , e fentendo ciò colie proprie orecchie,non fui mai tentato dalla flerile vanagloria di -manifeftarmi : ma quando poi giunto in Napoli intefi, che più capi di accufe fi erano prefen-tati contro di me , rimeifi all’ efame di più degni foggetti illuminati fulla materia , non potei allora far di menp di fmafcherarmi per difcaricare la propria condotta. Ahimè,dilli,qual Tara mai quella novità] Chi faranno i malcontenti? chi pretendurà di precipitare un negozio di tanta