delle Nazioni. Lib. I. Cap. XI. •/<) cuna fpefa . Poiche gli avanzi della loro tavola , il latte rappreio , il butiro , fervono in parto alla fuififtenza di quefti animali, i quali trovano il rimanente nelle campagne vicine fenza recare un danno feniibile a niffuno. La deminu-zione di quefti piccoli agricoltori ha dunqne con alFoluta neceiììtà ftrafcinato con fe quella di quefta fpecie di derrate, le quali non colavano nulla , o quali nulla ai loro proprietarj ; e confeguentemente il prezzo di quefte derrate ha dovuto crefcere pili prefto, e con maggior celerità di quello, che avrebbe fatto fenza di ciò. Ma affinché crefceife più prefto o più tardi nel corfo de’progredì, e della ricchezza della Società, vi è bifognato,che falille al punto più alto, a cui è capace di arrivare, cioè, al punto , in cui elfo produce con che pagare il travaglio , e le fpefe della coltura deftinata all* produzioni , che li moltiplicano , nello flelTo modo , in cui lì pagano nella maggior parte degli altri terreni coltivati . Lo ileifo deve diri! della calcina in origine , cne del nutrimento del pollame , e de’ porci . Ella fu (labilità sul principio , affinchè non fi perdeife neliuna cofa . Il beiliame neceifario a un podere da una quantità di latte maggiore di quella , eh’ e necelfaria pe’ figli, e pel con-jurno della famiglia del cailaldo , e vi è una Cagione particolare , nella quale ne dà più. Ma^ fra tutte le produzioni della terra il lat-è forfè quella , che fi conferva meno . ve tempi caldi, ne’ quali è più abbondante , appena ii conferverà per venti quatti ore : in utiro frefeo elfo dura una fettimana, in butiro • falato