delle Nazioni. Lib. I. Cap. XI. 65 Gonfervarle per molti anni, perché per loro natura perifcono con fomma facilità . Tali fono la maggior parte degli uccelli , e de’ pefci rari, e hugolari , diverfe forti di faivatico , quali tutti gli uccelli felvatici , e in particolare tutti gli alcuno sforzo dell’ indudria umana , che polla farne trovare molto più di quello, che ce n’ era prima, che il bifogno fuife maggiore . Perciò , la quaiitità di quelle derrate proieguendo ad ef-fer la della , o tale predò a poco , quando la concorrenza di coloro , che le cercano, crefce continuamente , il prezzo delle medefìme può crelcere a tutti i gradi di eccedo , e quali all’ infinito . Se le beccacce diventalTero alia moda al fegnoche d vendedero venti chinèe Puna , tutta 1 indudria umana li sforzerebbe inutilmente per renderle molto piu comuni di quello, che fono oggigiorno . E da ciò facilmente s’ intende come i Romani nell apogeo della loro grandezza pagavano ad un prezzo dravagante gli uccel-h , e i pefci rari . Quedo prezzo non era pia effetto del poco valore dell’argento, ma del valore grande di quede cofe rare , e curiofe, che g 1 uomini non podono moltiplicare a feconda e loro dedderj . Il valore deli’ argento era più alto in Roma qualche tempo prima , e dopo la caduta della república, di quello, eh’ è in o^m neha maggior parte di Europa . Tre federz?*, equivalenti a fei denari derlini circa , erano il prezzo, che pagava la república per un moggio, o uà per una mifura di grano di decima , che e omminidrava la Sicilia. Egli è però proba-TomJI■ E bile