21 8 Della Perfetta mente avrebbe egli potuto esprimete il penultimo verfo . Or eh’ è ben ftolto &c. Quefla concbìufione , comunque io la conflderi ì fempre mi difpiace . Non è vera , perchè non è vero, che fi a flotto chiunque per viltà ricufa di morire . E dovea piu toflo dirfl : Or eh’ è ben vile io dico Colui, che per timor morte rifiuta . Ma effendo aneor vera , effa è molto dfgiunta dal ma/flccio , e dall' intento principale del Sonetto . Imperocché Amore vuol perfuadere ad altrui il morir coraggiofamente -, quando loro occorra , perch' egli ha fatto lo flejfo in quefla occaflone • e ciò nulla ha che fare colle lodi , e coll' Epitafio della fua Don. na . Che ¿egli vuol rendere ragione dell' aver egli eletta la morte dopo tanta fua di]avventura , dicendo s che farebbe fiata floltrfia in lui il rifiutar la morte per timore e viltà : o dovea meglio efprimerlo , o non dovea portar ciò per via di Gnome (b) e Sentenza. fa') Or eh'e ben ftolto, io dico Colui che per viltà morte rifiuta . ] Tutto ciò che fi fa male , o non fi fa bene , è ftoltizia . Tutti gii errori fono ftoltizie : Gli Stoici , coaie erano ufeiti dalla idea di quel loro Sapiente , tutti gli altri chiamavano Sippouai : fenza cervello . E’ frequentiffimo 1’ ufo di dare di (folto appretto i Poeti . Efiodo N»ri3i odi' ia’«uu tiraoKéir Ìiuaoj nmi . Stolti non fan , eh' è metà più del Tutto . Pretto Omero frequentiffi-rnamente altresì ; e Virgilio di Salmoneo , libro 6. Demens , qui nimbos & non imitabile fulmen , ¿Sere & cornipedum curju Jimularat Dquorum . Sicché quello Demens è quello vémos , e quefto Stolto fono acclamazioni di vituperio , che fi fanno a quelli , che vituperevolmen-te adoperano : riducendofi le virtù a fapere , come voleva Socrate , i Vizi ; e le male opere fi riducono a (foltézza . Il dire , che è vile quegli , che per timor morte rifiuta i non é tanto bello adunque, quanto il dire, che è flolto . (6) Il portare poi una cofa per via di Gnome , e fentenza , ha fempre più pefo , e poffa in fine è una graviflìma Chiufa . Il Serafino imita il Petrarca , che ditte a modo di Sentenza : Che bel fin fa chi ben amando more . ' ........................................- ------ ■ i 11 — Del Dottor Euflachio Manfredi. IL primo albor non appariva ancora (*), Ed io ftava con Fille al piè d’ un’ orno, Ora afcoltando i dolci accenti, ed ora Chiedendo al Ciel, per vagheggiarla,il giorno. Vedrai, miaEille, io ledicea, l’Aurora Come bella a noi fa dal mar ritorno ; E come al fuo apparir turba e fcolora Le tante Stelle , ond’è l’Olimpo adornoj E vedrai pofeia il Sole, incontro a cui Spariran da lui vinte , e quella e quelle : Tanta è la luce de’ bei raggi fui. Ma non vedrai quel ch’io vedrò: le belle ■ Tue pupille feoprirfi ; e far di lui Quel eh’ ei fa dell’Aurora e delle Stelle . Chi s intende di purità dì Stile , e di leggiadria d' efprejftoni , e fi