254 Della Fernetta Inni di laudi all’etra, e canta, e ferivi, Scrivi 1’ opre ammirande Di sì gran Donna; e dì, che in quella fola Tutti fgorgaron di Virtute i rivi. Dì , che a gran Padre affai maggior figliuola Nel Regio Troh fucceffe , E sì Timpero reffe , Che avanzò il grido , e fuperò la lode. Dì, che fu giufta , e prode ; E come in guerra trionfò fovente ; E come braccio , e mente Fu degl’ invitti fuoi Campioni ; e come Vinfer quelli con Tarmi ella col Nome . XVII. Scrivi, che poi per fuperar fe fteffa, E gli eiempli ofeurar vecchi, e novelli, Fe’ il gran rifiuto , ond’ effa Il divìn culto, e’i Vaticano .adorna. Scrivi, che fol per lei più illuftri, e belli Splendono i fette Colli, ov’ or foggiorna, E per lei gonfio, ed ebro Va d’ alta gloria il Tebro® Scrivi, che fe ’1 piè move, o ’1 guardo gira, Della Virtute , e fpira Maeftofa clemenza ; e par, che Roma Dal fero popol doma Coll’ acquiilo di lei gli antichi infiliti Vendichi appieno, e in vendicargli efulti. XVIII. Non vedi tu , com’ ella i «(aeri allori Di fua man pianta , e alleva ; e come dona A i Cigni più canori Voce, e fpirto agl’ingegni? Odi la Fama, Odi la Fama, che di lei ragiona ,. E’i più ne tace , e te in foccorfo chiama. Scrivi tu dunque , fvela Quel vivo Sol, cui cela Soverchio lume, e ponlo in alto, e’1 mollra A i Re dell’ et'a nolìra. Ma le mie luci di tal villa vaghe Quando fia T dì che appaghe ? Io di Febo i deilrier giù fprono, e pungo Con mille voti, e penne al tempo aggiungo. Dopo aver ben contemplata quefta Cannone ì ho creduto poterfi pronunciare , che ì Età noftra non abbia molto da invidiar l’antiche , e oltre a ciò cb' ella poftfta fperar d' ejfere oggetto d’invidia a quelle , ebe .hanno da \ ' ì : ; nfi-