jjg Della P e rLp e t t a loro che oggidì fcrivendo, o parlando ufano voci barbare, e pedantefche, per lo più fon quegli, che hanno apprefo il folo rozzo, e barbaro Lati-, no ( a ) de’ Legifti, e de’ Filofofi Peripatetici. Da quello sì fatto Latino (¿) nacque più t<^|ìo la gran copia delle parole ( che ora a noi pajono ìùdenziane , e che [comunicate il Talloni appella ) , fparl'e nella maggior parte degli Scrittori, che viffero prima del 1500., perchè allora fol que-fto sì guaito Latino fi ftudiava, ed era nel fecolo del Boccaccio talmente in ulo , che la maggior parte degl’ italiani per ilcrivere fi valeva d’ elfo , e non già dell’Idioma noitro. Il Petrarca dal tuo canto lo purgò non poco; ma non fu feguito dagli altri. Che le dopo' la morte del Boccaccio fi fono aggiunti alla Lingua molti vocaboli, e non poche locuzioni nuove : tanto è lontano , che la Lingua poffa perciò dirfi intorbidata, che più tofto dee confeffarfi, efferne ella rimafa maggiormente arricchita (c) , inleggiadrita , e nobilitata . Perocché tanto le voci, quanto le forme di dire , introdotte da i più giu-diziofi , o ingegnofi Moderni, fono o necelfarie , 0 molto fignificanti , e leggiadre , o cavate con giudizio dalla Lingua Latina , e dall’ altre , che fono forelle dell’ Italiana . Altrettanto ancora fi fece nel fecolo fuppoilo d’oro , in cui gli Scrittori e dalla fteffa Latina , e dalla Provenzale, e da (а) Il Latino barbaro de’ Legifti , e delle Scuole , efpreffo in gran parte dalla necetti- tà dello fpiegarfi in cofe nuove , e non trattate da quegli antichi , può- aver fatto del male alla purità di noftra Lingua ; ma ha fatta anche del bene . Perciocché molte noftre vaghe e ricevute voci da quella corruttela , e da quella feccia fon generate : teftimonio gli Etimo-logifti , e la verità . ■ . ' ’ . (б) Da quejlo sì fatto Latino nacque pur la gran copia delle parole , che, ora a noi pa- jono Fidenziane ec. j I meraviglioii e leggiadri Sonetti , e altre Poetiche fatture di Fiden-zio , non fonò nate dal Latino guado , e barbaro de’ Legifti , e delle fcuole , ma dal Latino puro e buono , affettatamente mefcolato e alterato col Volgare , per efprimere e ritrarre il carattere pedantefco . E quel Libro con fommo giudicio e altrettanta galanteria comporto , vogliono che folle lavoro di valente Signore Letterato , che a fovraniflima dignità fu poi innalzato . Lo fpargere nelle Scritture Latinifmi , in quelli del 1400. fu errore del fecolo , e del ' volgo , che quello che non intende , fittole ftoltamente ammirare ; e quando una compofizione era carica d’ affettate frali Latine , fembravà che più dalla battezza del Volgare Idioma s’ allontanatte . Nè nel fuo Ameto -, ed in altri Romanzi fuoi , ne andò efente di quello vizio nel 1300. il Boccaccio , accomodando!! così al gufto del guafto Mondo ; laddove parlando fchietto Fiorentino , e in iftile umilittimo , come egli dice -, nelle Novelle , fi guadagnò eterno nome e ftima immortale nel giudicio de’ dotti , e de’ Letterati . (c) La gran rimetta di Vocaboli fatta alla Lingua dopo la morte del Boccaccio , non è necettario indizio dell’ arricchimento , e annobilimento di etta Lingua . Come le voci fono introdotte , e ufate giudiciofamente , prefe dal buon ufo corrente , perfuafe dalla ne-ceffita , formate con efpreflione , e con vaghezza , allora fono ricchezza . Allo ’ncontro quando lenza necettita fono prefe da Dialetti non approvati , o fcambiate le pure e nobili dei Boccaccio , che jpcor oggi non dilparirebbero , con altre del tempo prefente , non così belle, nè cosi leggiadre: 1 aggiunta, e 1 accrefcimento è fcemamento, e povertà. .....• • •.. Licuit, fempetgue licebit . " ; Signatura prafente nota producere nomea , non vi ha , chi lo neghi . Il Boccaccio non potè dire tutte le cofe , nè .tutte le voci ufa-re . Ma fempre fi ritorna colà : che quella urbanità , e quel fapore di Tofcano , che fi ravvila nel Boccaccio, egli è a Tofcani medefimi ancora, che in mezzo a quella Lingua, eh’ egli usò, nati fono, per avventura inimitabile.