Poesia Li». III. in parole ftraniere, barbare, o troppo plebee, cioè in Barbarifmi , o pure in ¡('concordanze , o fia in Soleciimi. Nè già s’ avviiaffe alcuno , che per ben’ ifcrivere in Italiano ba-ftaffe apprendere la Lingua noftra o dalla balia , o dall’ ufo del favellar civile . Vi fi richiede ancora non folamente la lettura de’ più fcelti , e puri Scrittori , che s’ abbia V Idioma Italico ; ma lo ftu-dio eziandio delle Regole Graraaticali . Senza quelli ajuti infin gli fteffi. Tofcani non polfono afpirare alla gloria di fcriver bene , quantunque la Natura dia loro col latte nn Linguaggio , che più d’ ogni altro in Italia alla perfezione s’ accolla . Ciò li confelfa da i medefimi , e fpezialmente da Benedetto Varchi , il quale elìendo Gonfolo dell’ Accademia Fiorentina in una fua Orazione così lafciò fcritto : Non vorrei già } che alcuno di voi credeffe , che a noi nati , ed allevati in Firenze } per fucciare infie-me col latte dalle balie , e dalle madri la noftra Lingua non ficeffe mefite-ro di ftudiarla altramente ( come molti fai fornente fi persuadono ) . Concio-fache per lo non vi metter noi nè fudio veruno , nè diligenza , femo molte volte ( oh noflro non men danno che biaftmo ! J barbari e forejlieri nella noftra Lingua medefìma . E quefla quefla fola è la cagione , che gli frani , i quali ficcome in maggiore ¡lima la tengono , e affai più conto ne fanno di noi mede fimi , così vi f pendono intorno rriolto piu tempo , e fatica , non pure la fcrivono meglio , ma ancora ( vagliami il vero piu correttamente la favellano , che noi fleffi non facciamo . Che fe tanta necef-fità di lludiar la Lingua hanno i Fiorentini , e Tofcani Ideili, cotanto privilegiati dalla Natura : quanto più ne avranno coloro , che nafcono in Città , o Provincie d’ Italia , ove fon corrotti , rozzi , e difettofi i Dialetti della Lingua , e dalle balie quelli foli s’ infegnano ? Si ha dunque da ricorrere allo ftiidio delle Regole Gramaticali , e alla lettu- Della Perfetta Poefa. ' K ra («) Si ha dunque da ricorrere alto fludio delle Regole Gramaticali ec. ) Le Regole Gra-maticàli del Linguaggio ItaLiano , tutte fon tratte da gli Autori Tofcani , o Italiani , che parlàvan Tofcano , nel'1300. quando non folo gli Autori , ma tutti quei del volgo , parlavano puro , e-corretto , come fi può vedere da chi che fia ne’ Mlf. del 130.0. E da quelli unicamente le traile il Bembo , e dopo lui tutti i Gramatici Italiani finora . I migliori Maeftri , e Autori del Linguaggio Italiano , fono i tre Maeftri , Dante , Petrarca , e Boccaccio , per tali dal Bembo Veneziano , dall’ Alunno Ferrarefe , e da gli altri Italiani , riconofciuti . E da quelli , e da quel tempo unico di noftra Lingua , cioè del 1300. nel quale fi fcriveva da tutti lenza fconcordanze fi fono tratte le Regole del ben parlare , fino a che non venga nuova Gramatica , che autorizzi 1’ incertezza delle conjugazioni , e de’ tempi , la quale non fi trova in niuna altra Lingua . Poiché i Franzefi , e gli Scagnatoli le conjugazioni loro hanno certe e fide ; e noi nò , fe non in quanto (Indiamo le Gramatiche , e foli quelli del 1300. le avevano , e parlavano bene , e lenza Soleciimi propri di tutti i Secoli fuffeguenti , lenza che vi fuffe alcuna Gramatica , la quale folamente allora comparifce , quando la Lingua è fcaduta , e ci è bifogno di rimetterla fu , come fece il Bembo , . che liberò la Lingua Italiana dall’ imbarbarimento del 400. con rimontare alle pure forgenti del 300. Quello Secolo del 300. netto , e elente da ogni macchia di Soleciimi , non s’ è mai più veduto in vilo . Ma quando dico del 300. intendo de'Tedi fcritti a penna ; poiché gli ilampati non fogliono effer gran fatto ficuri ; che ognuno ha voluto guadare quel che non intende , rimodernare , c correggere , credendo di. fare più intelligi- bili >