u3 DellaPerfetta io avvcderc. Solamente rapporta egli un faggio d’un’antica Operetta, in cui può ( come egli lì pcrluade ) apparire , che in comparazione della moderna Ih maravigliofamente più efficace , più bella , breve , chiara, dolce , vaga , pura, e leggiadra la dicitura degli Scrittori del Secolo d’ oro. il villini SI , che‘1 mio Nh , Ma fe voi poi oltre all’ affermare , venite còlle prove , e Con fili argomenti : e allora noi eontrapponghiamo altre prove , ed altri argomenti ; e (laudo la cola in bilancia , non penderemo più da una parte , che da un’ altra ; e manrer-rrinoci in quel mezzo con una tranquil,illìma , dicevano eiìì , ataraxia , e noi potremmo (lire , ìml>nrlnrt>al'ìlìiìl . Così lì potrebbe dire a chiunque avanza una propofizione lenza provarla punto nè poco , ma lemplicemente pronunziandola , e vuole , che gli lì creda . Ma il Salvimi nel lodare (ommameute quel Libretto degli Ammactìratrenti degli antichi , non mi pare die lia nel calo j poiché egli col recarne da quel Libro , che ncn era allora ùron-palo , nè in conlèfiuenza per le mani di tutti , gli efempíi* *. viene a dare a intendete., che non illìma , che baili la tèmplice afìèrmazion tua ; mentre per avvalorarla , fae alcune tellìmonìaoie fedelmente prodotte da Quei medefimo labro . Ma c:ò non è fervilo ; poi-c|ìè t ilt' non paiono luffìcientì » nè di fede degne a provare ciò , che intende il Salviate; e perchè alcune parole de* tetli portati dal Salvia« > oggi non fi direbbero , anzi chi le dicci,e , li meriterebbe le tìfehiate , come affettature di rancida antichità : fi concansa ¡1 Salvia« di poco dilcerniroenro » che un Libro pieno di Baibariimì abbia votato cacciarci, come modello e riempiate dì Lingua , e per un capo d’ opera , ovvero per un fino e nsse-llto lavoro di Tolcamtà . La ifeffa ragione militerebbe in Plauto , che per aver detto Filiti# , « IWtÀ»' , in camino di i't/srin , e iWtrè q Drama» , wàStiààhré , per Dsaee, sfax-kw , e cerno , e cento altri vocaboli dì quella venerabile antichità , dalla erudita pofieri-tà rifiutati > fi avelie a dire non buon Autore di Latinità , ma battalo, e ¿no. Airofet ww/twfni', %»ji feti« «««ere, tmfaMyae Qitjt mute jìtttt i* ròwre rvcafiisài. Ogni età ha le lue parole , le quali vanno , e vengoco ; e casca? ha a parlare eróle parole correnti ; e quelle in quel tempo correvano . 1« Ennio vi è I«» remar ts Lsoe- t, no ; nelle X1L Lavo« E»ue per j» » cal Greco ài» , e nca già da ìrr?. ctr- / me virole ne, fero Canocchiale il Tesauro ; ed altre moire del fisico Secai® . Àdzac.e sea tòno Autori dì buona latinità , 11 nego . Xè anche torse le parodi di Ciceautse barra® e-gusto i Seco t htccedeatì a que. o P ,:.o , Qv;uc. :«s®, Ve. ; o. ài .ece di Fra^'dreezliasty . dicono ,ÍÓM,'níN.q;hHMí.if .» ì» vece dì ••.'•.i ; aataao ài ábe ¿Mará» ; aeróacdsé . an credo » toboso v>ù in siio queste voci , che quelle . Per eresia rsafe-oe ¿i aera chaatre Aree buoni cV una tauaua , -e noa quero , e «ut voci à pc.’cao rette nel Secco? de ce. cotí, adoperare t non biscotterà Amare per cab , e aea qàe deli sà . ■ «à aac ree . c. ruano in matto e eòe scrtvacro .«cosco a arcua . la trae sc orri acro: aga sane' «sai taià che fi «reti. fftfe e ssoapte fi ri.fe.-ai sm gl tacchi , cetre Àacr.-. ie( lasrsa sec- chia b coìvo ma-. .» vuS trovare ita Autore » ài cui mz vece » casti urom a reca >» tutti i tempi ficcraasiote » e a a cieca tttàt» t Sarete« rcooc la tela ora Ü ì-an- • - • 1 > . ? i re .ci • . • aBBsee-i* *- pcroq. 'M.t per tonM?e. onde «i c:.jareuiiBo. ». tañtttfltt ¿S Tfeioai . ;1 qaaSe tre ùm Attua ; fece eoa tiqv X. r a-. Sa otuo . coate e tuo , roti a r.unttati» . Treraaircuil c t-can. F'i s\fe iT bs-csb.isire «co-eoa ■ che -xeccà ja ¿swa Xesm' i « j a a aia aes 5»f « o . c eoa i lo few ce e, hiende e -e^-oa. te a Càie a ÀÀ pure z zuefec s rmn i, A omo * chi i wo»c » eòe SurottiO tuuttee » . Tfefottì aoa zterra jic-ne .ere porta a oc uc «. co>t;c ajiq.ci, àio® e .j vartn-a coatit . rarcmir aeoa grrà^ra ara. tes «rodo ci ciò-a. a óefe o oao coi &ir--ao „ ae.o .- .nare ztffi fe.orr aa. ¿--semel-. toa aro «oafipa .la . ;tc o ceg i'-e ca suero? .« jesRftiomaaae , ; 1« mtcn-cs ter zra--wio- . 'cvitrooccòc a-ti« ».¡gnort à rofleano co-« . » afe .¡¿b» o. -anjfeie- nrorotto- mito- ea- aantrnaacoae ceda punta; e notszsi a mt 1 cm fesSc «aefe« . a a < c.n a . ; --.«.tuo . me :c-iom« t m , afe a--« j® . tt .sa: \i.roo.ro-st- . s.is.ti nace-.-roto cofe fereefen? ptaoste jd. ¿iti ~rja la ca- i'\\,.tfe « coltre ìj. « •« .-ovjsu , aè . etetecau- c e -sm trotoau metía tene s ss^tiztooe •».la cù«on e auírot acrocitiís > die ìrotsscsàusyi . ócss a ysgn? as iueiii . che jrniiBtts- jSi-