Poesia L i b. III. 483 CAP. ULTIMO. Epilogo dell' Opera, e perfezione del Buon Gufo Poetico. R Accogliendo finalmente le vele , fia bene difaminar le merci , che per avventura abbiamo raccolte nella noftra navigazione . Il perfetto buon Gufto Poetico è quello „ che conofce , e gufta , e molto più quello , che fa mettere in opera tutto il Bello , e tutte le perfezioni della Poefia . Ora le perfezioni , e il Bello della Poefia poffono in due maniere confiderarfi , ponendo mente alle due differenti vedute di queft’ Arte . Imperocché o fi riguarda la Poetica per fe fteffa , e come Arte fabbricante ; e allora confitte la fua perfezione in porger diletto alle genti . O fi contempla come Arte fubordinata alla Politica , e Filofofia Morale : e allora è riporta f eccellenza fua nel recare ancora utilità agli uomini. Perchè poi 1’ Arte de’ Poeti non lafcia mai d’ effere fuggetta alla mentovata Filofofia, e Politica, per quefto il Bello , e la perfezion maggiore della Poefia confifter'a tanto nel generar diletto , quanto nell’ effere d’ utilità a i Cittadini . O per lo meno dovrà quello diletto , figliuolo della Poefia , non effere perniziofo alla Repubblica . Si apporterà profitto da’ Poemi , quando per mezzo d’ etti acconciamente , e fortemente s’ indilli , e s’imprima nel cuore degli uomini 1’amor delle Virtù, l’odio de’ Vizj. Il che fi efeguifce o con vivamente'dipingere gli altrui coftumi buoni, 0 rei ; o col rapprefentar favole, fatti, ed imprefe d’uomini viziofi, e virtuofi , con fentimenti si dicevoli , e con tai colori , che fi conducano , come per occulta virtù, e con una fpinta fegreta , le genti a volere, o ad abborrire ciò, che fi dee feguire , o fuggire nella Vira Civile , regolata dalla diritta Ragione . Che fe talvolta vorremo permettere a’ Poeti il recar folamente diletto , richiederà la perfezione Poetica , che quella dilettazione fia lana , e lungi dal pericolo d’ avvelenare gli animi altrui. Per la qual cofa chiamiamo imperfettiffima quella Poefia , che rapprefen-terà dolci i Vizj , deriderà le Virtù , ed infegnerà , non che farà piacere al popolo, i dannofi, malvagi, e difonefti affetti. Appretto confittendo la perfezione della Poefia confiderata in fe fletta nel rifvegliar diletto , gli sforzi tutti del Poetico magifterio fi debbono indirizzare a quefto berfaglio . Ma 1’ Intelletto dell’ uomo non può provar diletto , fuorché dal Vero , eh’ è il fuo pafcolo faporito . L’ unica via adunque di dilettare ne’ Poemi ferj fi è quella del dipingere , e imitare il Vero delle azioni, de’coftumi, de’fentimenti , e di tutte le cofe contenute nel vaftiffimo feno de’ i tre Mondi , e Regni della Natura . Quello vero polcia , o effettivamente fia , o fia avvenuto , ovvero fia potuto, o dovuto effere , o avvenire , ha forza di piacere all’ Intelletto noflro , contentandofi quefta Potenza del fo!o probabile , poffibile , credibile, e verifimiìe , il quale non è Falfo, ed è comprefo dentro alla circonferenza del Vero . Ma non ogni Vero è capace di dilettar l’intelletto, ficcome, non