P ® . E s I A L 1 B. III. IOI Ennio , Catone , Plauto, Cecilìo , Fabio Pittore , C. Fannio , Pacuvio, Te- gua latina in Tofcana , le medefime la corroppero in Lombardia , e nelle altre parti d’Italia, non effendo più una , che un’altra , efente dalla univerfale inondazione de’Goti , e de’ Longobardi . Ogni Città d’Italia corróppe il Latino a fuo modo -, e in quanto al tempo, che ci ila difputa di precedenza ; e che tutti i veri Volgari delle Città e ragioni d’Italia fieno nati ad un parto , e fono come tante Lingue gemelle , figliuole tutte dalla Latina me-fcolatafi col Linguaggio de’barbari conquiftatori. Malta quelle forelle , benché non abbiano vantaggio di nafcita , in quanto al tempo; ci può edere alcuna , che dalla nafcita abbia for-tito privilegio dì maggior bellezza dell’'altre, e che fomigli più la Madre , quando era bella-E fe a neffuna s’ ha da dare quella dote di maggior bellezza , non credo , che farà filmata troppa parzialità per la mia Patria il dire, che ciò fi dee dare, o per dir meglio-, riconofce-re nella Lingua della Tofcana,. la quale per edere montuofa e derile , fu meno foggetta alla dimora de’barbari , e patì nella Lingua minore alterazione ; laonde le lue voci fono più intere, la pronunzia più ampia, più chiara e didinta , e meno ferrata. Io" udii- dire da un vecchio Gentiluomo, delia mia Città, che nel facro Concilio di Trento avendofi a leggere in pubblico a tutti i Padri di tante e sì diverfe Nazioni le deliberazioni fatte, fceglievano Braccio Martelli Vefcovo di Fiefole, poi di Lecce, per farle intendere da tutti . Così era intelligibile il Latino in bocca Tofcana . Del redo la Lingua Latina i Greci tutti comunemente appellano dalla Città, i-n^cui più pulitamente fi parlava, Lìngua Romana .rii Pau-zìz»? J'iàxe-x-toi/ . Mario Vittorino fui princìpio della Gramatica . Latinità? éjl obfervatìo ìncorrupte loguendì Jecundum Romanam Linguam. Lo Aedo per appunto dice nel lib. 2. Diomede; e tutti e due quedi Gramatici fon riportati dal Nifieli lib. 5. Proginnafma 27. intitolato : Lingua noftra fe dee appellarfi 0 Italiana , 0 Tofcana , 0 Fiorentina . A i quali, vi aggiungile la gra-vidima autorità dei gran Critico , e Maeftro di Rettorica Quintiliano z Verba omnia , & vox huj'us alumnum Urbis oleant, utcratio piane Romana videatur , non Civitate donata . Non fi troverà forfè S'ixktx.ros , o ykàaate A'9»vxìx , perciocché nè anche gli antichi dicevano yoró Afihmlu , Femmina Ateniefe , per non chiamare le maritate col nome della Vergine Dea , cioè di Pallade, detta anticamente anche da’ Profatori , poi Kittri , quando le Donne ( come appredo Ferecrate Comico ) fi. cominciarono anche a chiamare ÀHnjtxiai . Ora e de fi chiamavano A’rrtxaì , per non profanare in 'foggetti mortali il nome della Dea Padrona, che avea dato il nome alfa Città. Di ciò a lungo Eudazio , che il gran Comento feo , nel primo dell’ Iliade, ove rapporta 1’Afori imo di antichi Gramatici : A'itivaixg yuvx'txv .iterar . Il dire la Dònna Atenea , cioè Ateniefe , Attico non è . Lo fiefio replica , e conferma fopra il terzo dell’ Odidea ; e lo Scoìiafte d’Ariftofane altresì negli Uccelli . Laonde non è maraviglia, fe non fi trovi nominata precifamente Lingua Ateniefe , ma Lingua Attica j o pur femplicèmente Atthide, intendendoci, ficcome terra , o campagna , così anche Lingua . Che dal tefio óApuleo, che dice: In Attbide primis pueritiae flipendìis merui, non fi cava , come vorrebbe-il Nifìeli al detto Proginnafma 27. che egli dica di avere apprefa la Lingua in ,Atene ; poiché Artide non è Atene , ma l’Attica . E da Filoftrato nelle Vite de’_ So-fiftì lib. 2. nella Vita d’ Erode Attico citato per qui dal Nifìeli , fi raccoglie più follo 1 Attica fra terra, che la Città d’Atene edere acconcia per imparare la Lingua ; perciocché , come quivi dice non certo Agathione ad Erode, gli Ateniefi per otcafìoa del porto mefcolando-fi colla pratica de’ foreftieri. , o comprando Schiavi" di Tracia-, e di Ponto , e d’altre Nazioni barbare ¿acquali i fanciulli Ateniefi erano condotti a fcuola , come fi vede nel Lifide di Platone verbo là fine, e da loro allevati, che perciò fi dieeano Pedagogi ; guadavano anzi qualche poco la natia purità della Lingua , che e’contribuidefo al belìo e gentil parlare . E per qùedo ò feeaòyux etpetrtjs A'aTixijr xyAg? tldxc/.xcrn1 ¿rS'pìdpuko{Arp StukìyeAxt • L’ Attica, eneditjr-ranca ì buona fcuola all uom, che vuole parlar la Lingua. Più puntuale è il pado d’ Arididenel-la Orazione Panatenaica , citata dal m.edefimo Benedetto Fioretti , ovvero Udeno Nifìeli, nel lopraddétto Proginnafma , ove iti propoGto della Lingua , dice della Città d’ Atene (quelle fermati parole : itkiupuij S'è xaì xx'Sxpxr xxi akotroi’ xx't orxpxS'ttyptx prxorti dnt ’E.kkmxljt ifiiktai haitiyxaTtì . Pura, Lingua, e netta-, J aggradevole , efempio d' ogni favella Greca, prodftfe. Cesi ¡a Lingua Fiorentina, che è l’Attica della Tofcana riputata, sì può a buona equità domandare efempio d’-ogni favella d’ Italia; e Fiorenza la produttrice, e l’introduttrice di quella Lingua; e ficcarne Atene fu detta la Grecia della Grecia, così a titolo della Lingua Pp.trebte non ingiuftamAte appellarfi l’Italia dell’Italia, ederido la fua Lingua il fiore e l’efempio dell altre.