Poesia L i B. III. 85 prima ancora , davafi gran falario a chi n era Maeftro . Poft hoc , fon parole del fopraddetto Svetonio T magts ac magis & gratta , & cura Ar-tis increvit , ut ne clarijjimi quidem viri abftinuerint , quo minus & ipft aliquid de ea Jcriberent , utque temporibus quibufdam fuper viginti celebres Scholce fuijfe in Urbe traduntur («) .' pretia Grammaticorum tanta , merce- - dej- di Lingua Gramaticale ; quafi il Popolo parli una Lingua ; i Nobili e gli Eruditi un altra . E’ la medefima Lingua parlata meglio , e peggio ; ma non muta malfa , e fuflanza Muta ben foftanza , quando la fila corruzione giugne a tal legno , che fe ne forma da quella un’altra diverfa, come è avvenuto nelle tre Volgari Lingue forelle , Franzefe, Spagnuola, e Italiana; che fi poffon’intendere , e non intendere la Lingua Madre . Così è avvenuto nella Greca litterale , o Ellinica , che dal fuo guaftamento e mefcolamento di altri Linguaggi ha generata la Greca Romaica, ovvero Greca Volgare , che 1’ una di quelle Lingue, come ben diftingue l’Autore del Libro de Fulgori eloquenza \ fi dice Volgare, l’altra lì chiama Grama-ticale. E fono due Lingue formate 5 perciocché tùtt’ e due anno Popoli , che le parlano; 1’ Ellinica , il Popolo de’ morti Greci nelle memorie , e ne’ Libri ; la Romaica il Popolo de’ Greci viventi , nelle loro bocche . Il parlar Latino bene e pulito , lìcco-me il parlar Greco bene, che Ariftotele chiama , contìfteva nella fcelta e propietà delle parole , e nella naturalezza delle maniere , e delle frali . Parlare colla Lingua , che è fempre , del Popolo, perchè eg.i n’ha la balìa; ma in guifa che lì parli fopra il Popolo, popolarmente , in quanto il Popolo fornifce le voci ; non popolarmente , in quanto dalla malfa fi fcelgono le più appropriate, e le più nobili. Quello è il difficile accoppiamenro, che nel fuo Oratore chiedeva Cicerone , e che egli metteva in pratica ; e quello è quello, che fa la gloria del dire, e dona eternità a gli fcritti . Quando l’Oratore in quella maniera ragiona , 1’ Uditore ha da penfare di potervi giugnere anch’effo a- ragionare in quel modo , e gli ha a parere cofa facile; ma alla pruova, egli conofcerà, ciò effere difficiliffimo. (a) Super viginti celebres S.cholae fuijfe in Urbe traduntur.') Scuole di Gramatici in Roma fopra venti ; ma di Gramatici Liberti , che vuol dire nativi- di Grecia, o di Soria, e limili , i quali infegnavano la Gramatica Greca , e non la Latina ; o più s’ impacciavano di quella, che di quella. Che fe lo Audio, che fi faceva da loro fopra Omero, folle fiato fatto , per elempio , fopra Ennio , e fopra gli altri antichi Poeti e Storici Latini, non fi farebbero perduti, come fi fono . I Gramatici Latini, che hanno dato le Regole , e dirtelo le coniugazioni, fono fioriti dopo il cadimento della Lingua ; ficcome i Gramatici , che hanno date le regole , e dirtele le coniugazioni della Lingua Volgare , fono fiati dopo che la Lingua era fcaduta, e che fi parlava colle fconcordanze , e co’ folecifmi durati , e veglianti dal 1400. in in qua; per ¡sbarbare la mala gramigna de.quali è bifognato lo (Indio della Gramatica Italiana , o vogliam dire T-ofcana , non vi effendo in Italia altra Lingua pura , che fi parli dal Popolo, e s’apprenda dalla bilia , che la Tofcana. La Franzefe ; e la Spagnuola , per opera delle coniugazioni , tutte, parlano .corretto , e a una fteffa guifa , in cui la Nazione ha concordato ; nè fi leggono mai le-lòro coniugazioni incerte , vaghe, e alterate , come nell’Italiana, ove è chi dice Am ¡¡fimo, in vece di Amammo ; Feriamo , in vece di Facemmo ; voi facejfi; in vece di facefle; amorno, in vece di amarono; Facevo , Dicevo , in vece di io faceva , io diceva ..E così in quello punto ,