jI2 DellaPerfetta ed è una parte della facoltà Oratoria . Il parlar grave e nobile in tutti i Secoli fi è apprefi, da' Libri . Veriffimo . E dalle bocche ancora degli Uomini , che parlano il migliore Dialetto cioè dal Popolo , da cui s’ apprende la naturai proprietà e forza delle voci ; e da’ Letterati , che ne fanno utile maneggio . Cicerone nel Terzo de Oratore ; Sed omms elesantia ( in quella ha più vantaggio , chi n’ ha il fondamento e ’1 principio dalla na cita , quando vi aggiugne la necelfaria cultura della lettura , e dello Audio , che chi non 1’ ha , per parlar puro e corretto ) quamquam expolìtur fiientia litterarum , tamen augetur legendis Oratoribus & Poetis , quorum fermane ajfuefatti qui erunt , ne cupitntes quidem poterunt la-qui nifi Latine . Quella eleganza di favella , ancorché , dice egli , lì. ripulifca dal fapere , e dalla Gramática , tuttavia fi accrefce , e fi perfeziona dalla lezione e pratica degli Oratori , e de’ Poeti : che chi fi farà avvezzo a converfare con quelli , non potrà , nè anche non volendo , non faveilare Latinamente . Di qui fi cava , che la Gramática ripulir íce e la lettura crefce la eleganza . La medefima urbanità , che avverti Cicerone nella favella de' Letterati firanieri . Più chiaro , e più proprio farebbe flato il dire : che avverti Cicerone nella favella de’ Letterati nativi della Città di Roma , e non effere in quella de’ Letterati firanieri . Poiché altrimenti quello modo di dire apparentemente è contra i Romani , quando in fuftanza è per loro , e per la loro urbanità : dote unica , avvertita da Cicerone nella favella de’ Letterati della Città , come propro loro bel retaggio e patrimonio. A carte 279. Il medefimo vizio della Pronunzia, in riguardo a'Tofcani. Sarebbe più chia. to , e meno equivoco : il medefimo vizio della Pronunzia , che non giugne a rapprefentare giuftamente quella de’ Tofcani . Dal palio di Cicerone intorno alla Suocera di Crafio fi raccoglie , che ficcome là lettura dì Plauto faceva prò pe’1 Latino , così l’afcoltare , e’1 converfare non co’ Letterati fidamente , che alle volte per le troppe lettere , o per foverchia autorità , che. fi prendono , poffono alterare la purità e proprietà del parlare , quantunque d’ altra parte 1’ arricchifcano col fapere , coll’ ingegno , e coll’ eloquenza ; ma ancora il praticare le Nobili idiote perfone , faceva allora per la Lingua . £ da Plauto-, e da quegli altri Comici , e Tragici Latini antichi , de’quali Cicerone, era sì vago , che ne’ fuoi Libri moltiffime teftimonianze con gran fapore ne arreca , apprendeva Cicerone non lo fiile Oratorio , ma la virtù e fignificanza propria delle parole , per ufarle a fuo uopo , e con efficacia . A carte 28®. Il Davanzati veramente non prefe 1’ aria , e il carattere di Tacito , che oltre a i fentimenti , e quanto fi può , anche alle parole , dee rapprefentare principalmente il Traduttore . Rapprefentò la brevità , ma non già la gravità , empiendo la fua traduzione d’idiotifmi ; ma egli ebbe in mente-di fporre, come a pubblico mercato , quelle merci della Lingua , perchè uno con dilcernimento e con ¡(celta le ne poteffe fervire . Perciocché anche un idiotifmo, che in fe racchiugga gran forza di fentimento quantunque così pretto folle difdicente a nobile componimento , pure il faperlo , può dare lume tale a efprimer-ne in altre parole , o con fiancheggiarlo e confidarlo con altre forme più illuftri. , il nervo , e 1’ energia . Siccome fi è mantenuto con miglior Dialetto ec. Siccome è nato , e fi è mantenuto . A carte 281. Quindi il Lenzoni non ricono/ce quefli ornamenti urbani in altre Scritture., che nelle famigliari , e burlefche . La Lingua Fiorentina in quella parte fomiglia 1’ Attica piena di facezie , e di fali , e acconcia al motteggiare , e al proverbiare . E quella urbanità in quella forta di componimenti più fpicca , ed ha luogo . Così della Commedia Romana parlando Quintiliano , difle , che i Latini non affeguivano Ulani folis co-nctffam aittìcis Vene-rem ; quantunque i fali d’ Ariftofane fien biafimati da Plutarco come negri ; e propofti quei di Menandro , come candidi ; e Orazio fi maraviglia , perchè tanto gli antichi approvaffero e lodaffero 1 fall-Plautini . Comunque fia , certo è , che quede due Lingue , e 1’ Attica, e la Tofcana , in quella parte fono graziofiflìme e feeondiflitne ; é la fola Fiorentina conta molti eccellenti in varie forte e itili di giocola Poefia : e oltre alli ftampati molti vanno attorno manofcntti . Effendo adunque il genio della Lingua lieto , acuto , pronto vivace , faceto , ciò ìnfìuifce ancora a illuminare con furtiva e nafcofa grazia anco 1 gravi nobili , e lerioli componimenti . Alla quale ( piacevol forma di poetare ) tutto fi diede ( il Berni ) conosceva , che il grave non era per lui ec. Del Berni fi leggono fiampate alcune Ele- gie , e Epigrammi Latini , infierne con altre del Varchi , pare a me , e dell’Ariofio ; e non riufciva male anche nel ferio . Era uomo di molte lettere , e di molta dottrina , mo-ìi tvr’p6 errudlz,one he doti e ne’ capitoli , dettati in iftile , che poi da lui 1 e erne co , e nell Orlando innamorato rifatto , fe ne fcorge più d’un chiaro vefligio. Non fi può adunque tanto dire il grave non fuffe per lui ; ma che la fua inclinazione , o pure