Del Pigna. 93 concetto noftro faranno conferenti le azioni d’onefti coftumi,e di matura prudenza, per modo che la mira di piacere a chi fanamente giudica i fatti altrui, la quale era adombrata dalla nebbia della mente, e trafcu-rata da’ traviati penfieri, rifplenderà più che mai alla villa de’ noilri lumi. Con tali precetti l’ingegno,che è in noi per natura, apprenderà il giudizio , che ci fopraviene, col domar gli appetiti, e praticare del Mondo; e l’uno farà coltivato, e l’altro affinato, se frequenteremo l’ufo dell’operare in foggetti importanti più che ci fia poffibile . 13 J. Ora convenendo dirizzare le noftre azioni al parer de’ migliori, ed eflendo permeffo nella via fecola-re, che. l’uomo fempre che occorra faccia conofcere il Valor fuo, e non s’appaghi della fua confidenza, è avvenuto che fia ftato giudicato cofa conveniente il rifentirfi delle offefe ricevute, non col populfare femplicemente 1’offenfore nell’ atto dell’ offefa folo per propria difefa; ma anche col fare tutte le convenienti provifioni per non reftare nè con carico-, nè con ingiuria.. Le quali due offenfioni perche , come vedemmo, poffono effere e di parole, e di fatti, primieramente delle prime parleremo. 134. Contra F offefa di parole con parole fi rifpond'e . E pur nella vita perfetta ballerebbe il femplice nò fenz’ altra aggiunta non pur d’aggravio che fi dia all’ avverfario, ma nè anche di giuramento. 135. Nondimeno il vantaggio, che fi cerca, acciocché l’oltraggiato di villania con una poffente negativa fi faccia, e mantenga reo, ficchè il pe-fo del provare cada in fulle fpalle dell’ oltraggiatore, ha apportato che s’ ufi la Mentita; perchè dovea ballare a diilruggere l’ingiuria detta da altri, che fi rifpondelfe : ciò non è vero;, e pur s’ è coftumato di dire.- tu menti, quali che tu non folo dica il falfo ,. ma tu fappia anche di dirlo. 136I La Mentita adunque è propulsione di parola ingiuriofa con cari» co dell’ ingiuriatore . Ed è di tal forza ehe non vi è più parola atta a ribatterla .• ogni volta però, che fia data convenevolmente, cioè che in effetto fia contro a parola ingiuriofa. Perchè fe alcuno parlando di me, o d altri, non uiaffe termine , donde il fuo parlare ni’aggravalle 0 direttamente , o indirettamente, io non potrei mentirlo di ragione ; anzi egli, mentendo io lui, perchè farei il primo- a dirgli ingiuria , potrebbe col rimentire me occupare il primo, luogo, e rimanere il reo, lafciando a me l’obbligo della pruova . Sicché la Mentita , affinchè non polla effere ritorta contra di noi, dee effere legittima. 137. Tale anche non farà, quando noi la diamo condizionatamente, e polliamo far di meno- ;. perciocché potendo io chiarirmi , s’ alcuno abbia fparlato di nae, ho da farlo innanzi eh’ io proceda più oltre. Che quando io ritrovato quel tale gli diceffi t fe hai- detto di me le tali parole , tu menti : fi verrebbe a fargli affronto irragionevole , ed a fufeitar querela fuori di propofito . 13P. L’ingiuria detta da perfona ignota riceve Mentita generale. Chi ha pubblicato di me una tal cofa,, mente t e vale quanto può valere . 138. Non,