' jr* Di Lodovico Antonio Muratori - 47 con quiete , e liberta le fue funzioni ? S’ella cerca e vuol trafcegliere qual-ch’ Idea , la Fantasìa bollente nel Delirio , difordinata nella Pazzìa , gliene prefenta dell’altre molto diverfe . Nè può ella fermarfi a meditare, cioè a contemplar 11 Idee, perchè l’altra Potenza polla in gran movimento muta fpeifo Scena*, e mena altr Idee in campo . Sicché noi troviamo bensì l’Anima mifchiata nel Delirio , e nella Pazzìa , perchè i foggetti a sì grave fconcerto del loro Cerebro li udiamo parlare di tanto in tanto a tuono, e talvolta (correre in ingegnofe rifleffioni, e fpiritofi concetti ; ed anche lo fteffo loro fpropofitat^ ragionamento non può farfi fenza ^intervento ed influirò dell’ Anima . Contuttoché effendo in quel bollore impedita ad efTa Anima la Libertà d’ eleggere, e volere, e tolta a lei 1’ opportuna pofatez-za per efaminar. l’Idee , e la quiete neceifaria al Giudizio , per difcernere la Verità , 6 Falfità, la Bontà , o Malizia delle cofe , confeguentemente per quanti fpropofiti dica il Farneticante , o l’impazzito , per quante Azioni faccia fregolate , ed anche per sé fteffe peccaminofe , egli non pecca , nè offende Dio ; e degno è di compatimento predò gl’Uómini, finché Rifilile il difordine della Fantasìa fuddetta . Aggiungali , che venendo in noi quelle Malattìe fenza colpa nollra , è. di dovere , che nè pur ci fieno attribuiti a colpa i lor cattivi effetti . 3. Se noi volelfimo qui afcoltare f ordinario linguaggio degli Uomini, noi avremmo tutto il Mondo pieno di Deliranti e Pazzi * Lo ilefso Saggio nelle divine Scritture non ebbe difficoltà di fcrivere : Che il- numero degli Stolti è infinito. E fra Stolto e Pazzo noi facciam poco o nulla di differenza. Certamente tuttodì udiam dire : quegli e’ un Pazzo e Pazzìe vengono appellate tante azioni ,. che fi pofsono ofservare nella gran fiera de i mortali : Ma è da dire , nulla più fìgnificare in cafi tali il nome di Pazzo , che 1’ Uomo operante con poca o ninna Prudenza , perche nuoce a sè fieffo o ad altri , quando 1’ illituto della Natura richiede , eh’ egli abbia , per quanto fi può, da giovare a sè medeiìmo , o al Proffimo fuo. Però il nome di vera e propria Pazzìa, la quale, feufa dal Peccato, folamente conviene all’ Uomo , allorché la no’ftra Fantafia patifee un sì fatto naturale involontario fconcerto , che ghigne ancora a recar danno o impedimento alla Libertà ed alle funzdoni dell’ Anima Ragionevole . E tale fconcerto è vario ne’ fuoi gradi , cioè del più e del meno , e nelle maniere, e negli effetti . Daffi un totaLe fconvolgimemo di Fantafia ne’ più potenti Delirj , facen-dofi allora una gran confuiìone di quafi tutte le Immagini fitte nel Cerefero.. Ma vi hi de i. Delirj parziali, ne’ quali un fola Fantafma troppo vi-gorofo induce 1’ Anima a parlar fuori di propofito , Dimando io licenza di poter qui riferire ciò’,, che a me fteffo una volta accadde, perché forfè potrebbe ri ufeir utile ad. alcuno de i Lettori. Neil’ Anno 1717- cominciai la Fabbrica delia Parrocchiale mia Chiefa della Pompofa in Modena, e nel 1720., tornai ad ufiziarvi.. In quafi tutto quello tempo io fentiva la mia fànità traballante.. Qffervai , che centra il mio folk© io non fognavo più . Di certi moti involontarp degli umori del Corpo in dormendo io più non