i2á Delle Forze dell’Intendimento Umano Trattato." venti , il Sol? , la coltivazione , continuamente vanno fiaccando o-molto b poco delle particelle componenti le Montagne , ancorché fieno di marmo alcune di effe. Quelle vengono portate al piano dai torrenti torbidi, con alzare a poco a poco il medefimo piano, e difperderfi poi nel Mare, o far fedimenti alle loro sboccature , come fi mira alle foci del Po , del Reno , del Danubio , del Rodano , del Nilo ec. con efferfi ritirate a ca-gion di quelle terre Je acque, del Mare, ed allontanate dalle Citta, delle quali una volta bagnavano il piede. Ciò che ora fuccede, è fucceduto in tutti i Secoli andati, e lo riconobbe anche Ariftotele, fenza poi ben con-fiderarne le confeguenze , Ma neceffariamente da ciò rifulta la confeguen-za , che il Mondo terráqueo non può nè dee tenerli per Eterno. Imperciocché fe in un Secolo folo fi fa tanto difcioglimento dei Monti, evidente cofa è , che nel fuppofto dell’ Eternità ab ante del Mondo , niun Monte vi dovrebbe più effere . Immaginate non migliaja di anni e Secoli, ma milioni di milioni fenza fine .( che così porta 1’ Idea dell’ Eternità ) chi non vede , che per molto o per poco , che ogni anno fi fminuifcano le Montagne fi farebbe in quella infinità di Secoli, e già per milioni di anni prima di noi , uguagliata la fuperficie de’ Monti a quello , che è oggidì Valle , o Pianura ? Ma fuffiftono tuttavia i Monti , e vediam che vanno calando . Adunque è imponìbile , che quello Mondo fia eterno , e fiam forzati a confeffario nato nel Tempo , e concorrere tale offervazione con quello che della fua nafcita abbiamo dalle divine Scritture . Finalmente fe il Mondo ha avuto principio , e chi non è pazzo , non può immaginarlo nato da sé, nè prodotto dal cafo : neceffariamente gli ha da aver data Í Efi lienza , e 1’ Ordine che ha , un Ente Onnipotente , cioè quel? lo, che noi appelliamo Iddio. L’ argomento a me fembra dimoftrativó. 8. L’ altro è quel medefimo , che adoperò Lucrezio dopo gli Epicurei, e dopo elfi anche Macrobio , per dimollrare , non poterli attribuire mol* ta antichità al Mondo ; imperciocché fi sà preffo a poco, che l’invenzion delle Arti, delle Scienze , e delle Lettere , non è antica fe non di qualche migliajo di anni, Quando fempre , cioè per infiniti milioni di anni ci foffe fiato il Mondo colla progenie umana , che avea mente ed indu-firia al pari di noi : non fi può capire , come in una sì fmifurata fila di Secoli non aveffero mai imparato gli Uomini a procacciaci i comodi della vita ; come la Storia non ci abbia confervata memoria alcuna di quei tempi , fuppofti tanto lontani dai tempi dei Filofofi e Scrittori Greci ; come non refti veruna delle lor fabbriche e manifatture : Se in tre o quattro mila anni tanto hanno inventato e fatto gli Uomini : quanto più fi dee credere , che avrebbono fatto in tanti milioni di Secoli , pretefi precedenti ? E come non reità alcun fegno o monumento delle lor opere, quando ne rellano tanti in marmi , bronzi , ed edifizj di trenta o quaranta Secoli addietro ? Si credette Ariftotele di poter abbattere quella ragione con allegar le mortalità e le trasmigrazioni delle genti-, gl’incendj, c le inondazioni, per le quali fi fon perdute le memorie . Ma nulla vale