iS Introduzione alle Paci Private Kiedefiroa 'carità feguiamo a credere , che quefto malvagio non fia però malvagiifim-o , e che quantunque colpevole per una fpezie di peccato ., iloti ha eziandio colpevole .d’altre fpezie d’ eccedi. Cosi , confettando il fo-prammentovato Cimone d’aver con icperchieria date delle ferite ad Ever-gete , s’ egli negherà d’ avergli dato ancor de’ calci , o fatti altri vilianif-finn fcherni dopo averlo .fatto cadere a terra coile ferite , quantunque Evergete offefo a'ffermaffe il contrario, non fi crederà ali’ affermazione di quello ultimo , s’ eifa è difarmata di Pruove . Similmente dicendo Evergete , che Cintone 1’ ha percoffo due volte , e confeifando Cimone , che una fola, ci atterremo' ali’ atteilazione di quefto ultimo , quando Evergete non_> autenticane il fuo detto con qualche teftimonio , o col corpo del delitto , cioè co i fegni evidenti di due percoffe. 15. Dalla medefima clemenza della Natura, e delle Leggi in prò degli uomini, parimente nafce quefto altro affioma, cioèr Che in dubbio fi prefume a favor -del Reo, e non deli Attore, o accufatore ; e fi prefume per lo non delitto più tofto, che per lo delitto . Cioè, ove rimanga dubbio, fe uno abbia commetto un fallo , o no , o 1’ abbia còmmeffo con una qualità 5 e circoftanza aggravante fi , o no : dee prefumerfi , che non l’abbia commefio ; o avendolo commetto , non l’abbia con quella circoftanza aggravante . E quella Prefunzione, «he nobile fi chiama, perchè intende a confervar la nobiltà, e la clemenza ¿ella natura dell’ uomo, e ad impedire , che uno forfè innocente non fia condannato, non è, che un rampollo di quella maffima, la qual fuppone dabbene, e giufto ogni uomo, finché le Pruove non facciano apparire il contrario . Pognianao dunque, che confettando Eugenio d’ aver battuto o il ca-ftaldo, o il fervidore altrui, per averlo trovato a caccia in qualche fuo podere , protetti di non avere intefo, che coftui fi fotte colà portato per ordine del fuo padrone, amico d’ Eugenio ; e che per lo contrario il valletto, o ca-ftaldo battuto protetti d’ averglielo detto , e citi ancora un teftimonio: ciò non ottante dovraflì prefumere in favor et’ Eugenio, eh’ è Reo, e non cari* cario ancor d’una nuova colpa, qual farebbe il manifefto difpregio del padrone, s’egli dopo tale àvvifo aveffe voluto battergli il fervidore . Imperciocché con tutta la fua anellazione, e colla teflitnonianza d’ un folo , non può f offefo abbaftanza provar®1, eh’ Eugenio abbia ititele quelle parole ; onde continuando la dubbietà , fi favorifee il Reo. • 16. E qui fi vuole offervare , che il proceffo privato ( e lo fletto è veto -de’ pubblici ) che fi fa tra due litiganti per cagion d’ -Onore, di otte-fe, e d’ingiurie, altro non è, che una nuova battaglia per provare, che « 1’ accufato , o 1’ accufatore ha mancato alla Giuftizia , ovvero al Valore . Si ftudia chi accufa di far apparire delinquente 1’ altro, moftrando T offe-fe fatte da lui o con parole , ó con opere non lecite , o col tra-lafciamento di opere, o parole neceffarie, o convenevoli . Per lo contrario 1 accufato va ftudiando di far comparire il fuo avverfario o mendace.-o delinquente per altri delitti , e di fcaricar fe fletto con caricare, ove fi poffa , il fuo competitore « A tal fine ciafeuno produce come armi le fue Pruo-