D ;K L > P,r X .G » A. - IOp poiché perdona a chi s’ umilia;- donde anche mi viene di ¿jui un occa-iìone da ufar;pietq; . . . - • - , 245. Replico quanto alla parte prima, che il riféntirfi per punire l’in-giuriatore è al propolito, ogni volta che tu il faccia con f arme contra il nemico armato, ma avendo tu. J’ arme, & egli nò, Se effendo tu in termine di .batterlo a- modo tuo, & egli di dar faldo alla tua volontà} ’ne nafee, che in vece di Cavaliere-non folo tu fia il Giudice condenna-•tore, ma 1’ efecutore della condannazione; & il manigoldo ideilo» 246. Quanto alla, feconda parte, la clemenza fi dee ufare col debito decoro; & è meglio inoltrare ogni minima benignità a un nimico valorofo, che il donare la vita a'un vigliacco; al quale quando vogliamo perdonare, non bifogna cadere in neceffità d’ amplificare la viltà, e. indizia' fila*; e d’ intricarvi la perfona nodra, come avverrà ogni volta che noi-iir.id'uciaf mo a venirne dinanzi con una fommidìone così difonefta. 247» Qnd-e è da concludere, che ove non fia carico-, il quale non fuol mai edere tra Cavalieri d’onore, per ingiurie quali fi fiano , non fi refterq mai di venirne alia pace , purché conili deffatto, e .che le parti moftrino, e fentano in-conferenza--loro di non a ver mancato»., .. „ 248. Ora dappoiché il fatto è chiaro, confiftendo^il tutto nella forma delle parole,, con la quale vogliamo fatisfare in tal modo 1’ offefo di fatti, che la fatisfazione - fia badante a lui per la ricuperazione dell’ onor fuo, e non tolga a noi il nodror non rederò di terminare il predente Trattato della Pace*con lo dite ufato, e col modo, ritrovato, e tenuto in tal fog-getto dal Duca di Ferrara mio Signore , il quale .infino da’ fuoi primi anni- applicato ranimoi-con una grande inclinazione non-foló alle cofe ef-fenziali molto onorate, ma ancora a’ trattamenti, e contróverfie d’Onore, ha dato più pareri, ,e s’ è'interpodo anche più volte per far feguire, come ha fatto molte rappacificazioni» Non lafciando prima di dire, che gli è occorfo una volta , eha. fapendo „egli che T ingiuriato nel. narrare il fatto, per non difcoprire il fuo mancamento-, non • dicea la verità, s’ aftenne di porvi la. mano; perciocché gli parea-,che in cafo tale, effendo P offefa divenuta "carico- per fola colpa dell’offefo ,e còndandogli. edere così, che in effetto non dovefié confetìtire a Pace fi-mile> 24P. Lo dile, che ufa nel-farle'Paci, sarà .da noi conofciutofe prima" fingeremo- un cafo, e farà- queftó ,. Lucio prefentito-che ha da un fuo amico,, che Marco-ha fatto un mal’ufizio contra di lui, cofache non era vera,. par effer-fi ingannato qpell’ amico ' nel nome di Marco -intendendo uno per un altro fenza chiariifene tratto dalla- collera ufa parole in pubblico-, che il,.pungono nell’ onore» Onde Marco, intefo ciò, va a ritrovarlo in luogo, nel quale foprayiene cafual-mente-una .groffacompagnia di gentiluomini^ e quivi gli dà una Mentita,- Lucio mette fubito mano alla fpada-, e fe gli avventa addoffo-; ma egli.,-che a un tempo me.defi.rrio avea impugnata la fpada fu»., non folo fi ripara, ma ferifee ancora Lucio, benché leggiermente, il quale con tutto che .altri, che erano amici di Marco, srop-