6z Introduzione alle Paci Private in numero, o Hi pefo maggiore, allora fi diri,, che abbia provato 1 Ec- . cezzione allegata; e in tal guifa giudificher'a per quanto può l’azione delle battiture , ' > . , _T_ 6. Immaginiamo ora , che due altri abbiano avuta rida tra loro . Uh d’effi, cioè Demetrio , conta la faccenda nella feguente maniera . In certa pubblica feda, ov’ era concorfa l’altra Nobiltà, fui urtato con mal modo da Ottolino foldato. Rivoltomi a coftui diffi con balìa voce : Truovaf facilmente un certo libricciufflo, che non co fl a molto : vi configlierei a provve-dervene . Che libro è queflo ? rifpofe il foldato. Ed io replicai : il Galateo. Allora quegli.- mi maraviglio affai, che voi conofchiate queflo libro, mentre parlate sì villanamente, e in giuft ameni e. di me. Fuori di- qua, allora io ri-', pigliai-, farò vederti, eh', io fo le creanze-, e tu nò. C incamminammo am-bidue fuori di quella feda, ed Ottolino'andava borbottando, e dicendo : Si credono con quefte fmargiajfate di metterci il filo al nafo quejìi illuflrif-fmi Signori. Allora io non potendo foffrire, gli fpinfi un pugno nel vifo. Sfoderò egli la fua fpada, ed io la mia ; ma accorfà la gente vicina, fummo fpartiti. Dice l’altro, che non urtò Demetrio, o putito non s’ avvide d’averlo urtato; o fe l’urtò, che ne fu cagion la folla delle gente , e- il paffar d’ una Dama , ficcome tutti poffono far tedimonianza . Gh’ egli rifpofe bensì a Demetrio‘le prime parole, ma non diffe le feconde; e che fenza veruna provocazione l’altro inafpettatamente il ferì col pugno . 7. In tal cafo, come ognun vede, l’Attore è il foldato. Quediagevolmente pruova la fua querela, motìrando o per via di fedimonj, o per la confedione dello dello avverfario , eh’egli ne ha ricevuto il pugno . E perciocché nega d’aver provocato Demetrio, convien che quedi fufseguen-temente pruovi d’averlo con ragione percodo, e diventi Attore nella pruova dell’ Eccezione . Perciò produrrà egli alcun tedimonio in fuo favore ; o mancando quedi, fi dudierà di provare , che il foldato è uno fgherro, che di leggieri fa nalcere le riffe ; che ha la lingua pronta ad ingiuriare altrui; che in altre quedioni ha negato feientemente il vero; 0 limili altre cofe . Da ciò nafeendo una Prefunzione, che codui abbia irritato , ingiuriato., e provocato il Cavaliere,, farà ufentato quedi dal far’ altre pruo-ve-, e quegli codretto a provare, che non ha irritato DemetrioMa fe niuna di quede cofe fi proverà da Demetrio', non avrà forza maggior la fuaafJ fermazione,-che la negativa , del foldato; e noi dovremo credere , o al- meno prefumere, che il primo abbia ingiudamente offefo il fecondo -. b. E qui convien eh io confeffi di non faper’ intendere, come alcuni Scrittori oi materie Cavallerefche ferivano in t-àl guifa : Che fi pre fumerà, e a.a tutti farà creduto, che il Cavaliere offefo fa fiato egli il primo ad ufeir de termini civili, ed abbia darò occafone all' altro -di rifentimento. Noi certamente fconvolgeremmo con queda fentenza tutto l’ordine della Giudizi . Imperocché ponendoli, che quedi due avverfarj fieno egualmente armati della Predizione d effere uomini giudi , ed onorati, perchè dovremo prefumere pu in favor dell’uno che dell’ altro, anzi per dir me- glio