LIBRO CXLI. i9x dalla Grecia a tutte l’altre nazioni. Il Re I’afcoltò poi, e gli rifpofe in poche parole. Beffarione fdegnato dell’affronto ripigliò fubito il cammino dì Roma, e fi ammalò a Torino, da dove fi portò per il Po a Ravenna, e vi morì il dì 18. Novembre 1472. in età di 77. anni. Abbiamo fpeffo parlato -di quello grand’ uomo. Dopo la morte del Papa Niccolò V. nel i455.eglifupropofto per il Papato, e non ne fu efclufo, che per effer Greco, ftraniero, e di frefeo riunito allachiefa. La cafa di quello Cardinale era il ricovero dei Letterati. Egli avevà una ricca libreria, e dicefi, cheavelfe comprato libri per 30. mille feudi. Fece prefente della fua libreria alla Repubblica di Venezia, la quale la conferva con cura fino al dì d’oggi-» Abbiamo di lui molte opere, le quali per la maggior parte trattano delle materie di controverfia agitate a fuo tempo trai Greci ed i Latini. Alcune fono Rampate, e le altre raftarono mano’fcritte. Beflarione era dottiffi-mo in tutte le feienze divine, ed umane, è con ciò era alfennato, ed eloquente, parlando facilmente la lingua Latina, onde fu confiderato come la lingua, e 1’ oracolo del facro Collegio. Egli era molto affezionato alla dottrina di Platone, e intraprefe ladifefadi quel Filofofo co» un’opera apporta contra Giorgio di Tre-bifonda, il qual erafi immaginato, che Ariftotele -aveffe conofciùto edinfegnato il mirteto della SS. Trinità . Per ritornare al noftro propofito Beffarione ebbe il dolore di ritornare a Roma fenz’ avere in alcun conto potuto riufeire per il grand’ affare, che l’aveva condotto in Francia, Voglio dire , per la guerra contra i Turchi » Il Cardinal Borgia era andato in Ifpagna per il medefimo affare . Effendo giunto Lx a Valenza fua patria il dì 20. Giugno 1472. di là fi portò a Tarragóna, ov’era Fer- ’u Card, dinando Re di Sicilia, e gli diede la difpenfa del fuo matrimònio coni’infanta forgia in Ifabella. Andò poi a trovare il Redi Arragona occupato all’affedio di Barceflo- An.^Vi. na, e dopo la riduzione di quella piàzza'venne a Madrid, ove pronunziò il di- 1. feorfo, che il Cardinal di Pavia gli aveva comporto, e appena potè ottenere quak che foccorfo per la guerra contra i Turchi -. Dopo ciò tornò in Italia -, ove fu prefto feguito dagli ambafeiadori del Re di Cartiglia , il qual era molto mal contento di lui, avendo dati per tutta la Spagna fegni di fua vanità, difuoluffo, di fua ambizione, di fua avarizia. Il Cardinal Caraffa Napolitano, il quale doveva comandar la flotta contra i txr. Turchi, fu condotto alla flotta, la qual era nel Tevere, dal Papa Sifto IV. il H Card, quale gli diede la fua benedizione, e gli pofe in mattò l’infegnè benedette. Que- mandante’0’ fta flotta eradi 20. o 24. galee, e doveva Unirli a quella dei Veneziani e di Ferdi- delia flotta nando Re di Napoli. Tutt’ i baftimenti Uniti dovevano formare una flótta di più burchi1 di 80. galee. Ella affali e prefe Attalia nella Panfilia ,e obbligò l’armata Turca à ÀuW'ì. ritirarfi . Avrebbe potuto fate progreffi maggiori -, perchè nel medefimo tempo Ufum-Caffan Redi Perfia affalivai Turchi. Ma all’armata Criftianà mancò il -configlio, o la rifoluzione, e il Cardinale fe ne ritornò a Roma, ov’ entrò come ?• in trionfo al mefe di Gennajo 1473. , Il Cardinal di Aquileja mandato dal Papa ne’paefi del Nord, ritornò a Roma txir-. il dì 15. Novembre 1474. Egli fi era impiegato a far la pace tra i Re di Ungheria fi Card di e di Polonia, nel che aveva trovate gran difficoltà; ma queftà pace non fu con- itgàc’^Àeì chiufa che dopo il ritorno del Cardinale a Roma. Il medefimo Legato Cardinal Nord, di Aquileja fi faticò ad aggi urtar l’affare tra i due pretendenti all’ Arci vefeovato di