ME XXXVII. T lattato ira Leon X. e Carlo V. An. i/ii. XXXVIII. I Franteli rincacciati dalla Navata . An. 1521. XXXIX. Guerra tra Carlo V. e Francefco I An. ij2i. jVtms/r. du £iìlay (yc. 440 STORIA UNIVERSALE tes, il quale fcriffe al mefe di Ottobre 1520. in Ifpagna tutto ciò, ch’era feguito „ Carlo V. biafimò la condotta di Velafquez, e nel 1522. nominò Cortes Governatore e Capitano generale delle terre da lui conquiftate, e di quelle, che potrebbe conquiftare . Ma Cortes aveva già riconquiftata la città del Meffico. Il dì 28. Dicembre 15 20. egli fi accoftò a quella città con 540. Spagnuoli, 40. Cavalieri, 9. pezzi di cannone, e quali do. mille Indiani nemici dei Mefficani. Stabilì la fua piazza di arme a Tefcuco, prefe alcune altre città, battè gl’indiani in molti combattimenti, e finalmente dopo mille pericoli rientrò nel Meffico ; e il Re Gua-timozin effendo fiato prefo, mentre fuggiva per il lago del Meffico , li Mefficani depofero l’arme . Ciò avvenne il dì 13. Agofto 1521. Tutt’i Principi tributar) dell’ Imperio del Meffico vennero a fottometterfi agli Sp’agnuoli. Cortes morì in Ifpagna colmo di beni e di gloria il dì 2, Dicembre 1554. in età di 64. anni. Carlo V. avendo fatto dimandare al Papa LeonX. l’inveftitura del regno di Napoli, il Papa trattò con lui, e gli accordò la richiefta invefiitura a condizione di pagargli ogni anno fette mille feudi Romani il giorno di S. Pietro, e che il Papa e l’Imperadore unirebbono le loro forze per ifcacciare i Francefi dal Milanefe, e per riftabilirvi Francefco Sforza, il qual erafi ritirato a Trento; che Parma e Piacenza occupate dai Francefi farebbero refiituite al Papa, e che l’Imperadore 1’ àjuterebbe ad impadronirfi di Ferrara. L’ anno medefimo l’Imperadorgaiifcacciò i Francefi dal regno di Navarra, di cui eranfi poco prima impadroniti. Qùefti vennero alle mani cogli Spagnuoli nella campagna di Squiros a una lega da Pamplona, e vi furono feonfitti con perdita di 4. mille uomini il dì 30. Giugno 1521. Poco dopo feoppiò la rottura tra 1’Imperadore, e il Re di Francia, i quali pretendevano avere giufti motivi di lamenti l’un contra l’altro . Carlo V. inviò Enrico Conte di Naffiau contra Roberto della Marca, il qual erafi meffo nel partito della Francia, e gli prefe quattro , o cinque piazze del Ducato di Buglion, fece prigione Jametz fecondo figliuolo di Roberto, e s’ impadronì della città di Euglion per intelligenza . L’Impe-radore accordò a Roberto una tregua di fei fettimane. Nel medefimo tempo il Governatore di Fiandra affediò Tornai. Francefco I. mirando tutte quelle intraprefe come una dichiarazione di guerra, impiegò la mediazione del Re d’Inghilterra per proccurar la pace tra lui e CarloV « Si nominarono da ambedue le parti Plenipotenziarj, i quali fi adunarono a Cales per il dì 4. di Agofto, ma non vi fi potè conchiudere cos’ alcuna, oftinandofi l’Im-peradore a dimandare il Ducato di Borgogna, e perfiftendo a volere lafovranità della Fiandra, e dell’Artois fenza dipendenza. Allora il Conte di Naffiau prefe Mauzon e Aubenton, e affediò Mezieres, ov’ era il Cavalier Bajardo ; ma il Re di Francia v’inviò foccorfo, il che obbligò il Conte di Naffiau a ritirarfi nella Contea dì Namur . Gl’Imperiali erano tutt’ora fotto Tornai. Francefco I. mandò la fua armata in Fiandra, ove il Duca di Vandomo prefe Bapaume , Landresì, e Suchain, e Carlo V. fi ritirò a Valencienne . In Italia le truppe del Re mancando loro il danaro, fi difordinarono, e fi refero odiofe ai Milaneìì. Effendo parti-toLautrech, il quale le comandava, gli fu foftituito Lefcun fuofratello, il quale terminò di guaftarvi gli affari di Francefco I. Il Papa Leon X. e Carlo V. portarono la guerra nel Milanefe e nello fiato di Genova per obbligare i Francefi ad abbandonar l’Italia . Lautrech fu rimandato nel Milanefe, ma non avendovi por- tato