'libro cxli. trovata la cofa, come a lui era ftata detta. II Patriarca avendo poi celebrato il fanto facrifizio, e avendo datai’ affoluzione a quella femmina fcomunicata, il di lei corpo Cubito s’imputridì, i di lei articoli lì diftaccarono con uno ftrepito, il quale fu udito dagli affittenti, e la fua anima medelìma, aggiugne lo Storico Ma-laflfo, fu liberata dal fuoco dell’Inferno , e ricevuta in cielo . Quello fentimento,' il qual è follenuto da alcuni Greci moderni, e fu quello di Origene, chele pene dei dannati non faranno eterne, lì vede nel loro libro di preci detto Triodion, ove pregano Dio, che liberi l’anime dei defunti dalla pena, o dal fuoco dell’ inferno . Il Patriarca Mafììmo morì nel 148 2. dopo aver tenuto il Patriarcato fei anni. Se gli diede per fucceffore Nifone, il qual era flato Arciyefcovo diTeffaloni- LxxVK ca. Egli era nato nel Peloponnefo ; fuo padre era uomo di condizione nato in Nifone ?Lr. Albania; fua madre era Greca. Egli profefsò la vita Monadica al monte Athos nel moniftero dell’Onnipotente, da cui fu tratto per effere collocato fui trono di Telfalonica, e di là fu trasferito a quello di CP. Egli era dotto, ed eloquente. Sotto il fuo governo morì Simone, già Patriarca di Coftantinojpoli, il quale aveva lafciate grandi ricchezze, e non aveva fatto teftamento . Amerutz teforiere del Sultano Bajazet irritato contra Nifone, il quale non gli aveva fatto regalo all’ ingreffo della fua dignità, pretefe, che tutto ciò , che aveva lafciato Simone, appartenelfe al fifco del Sultano ; ma Nifone configliato da alcune perfone di liima fubornò teflimonj, i quali affermarono, che Simone aveva un nipotino nomato Bafilio, il quale doveva ereditare le ricchezze del zio , Ma il Teforiere, il quale fapeva behiffimo il contrario, n’ informò il Sultano, il quale bandì il Patriarca, e tagliò il nafo ai tre falfi teftimonj. La fede Patriarcale effendo vacata lungo tempo , fi richiamò Dionigi, il quale aveva rinunziato il Patriarcato alcuni anni prima, e il Sultano gli reftituì la fuachiefa, Egli non la governò che due anni e mezzo, e la rinunziò di nuovo verfo l’anno 1490. Alrellofi crede, che tanto Nifone, quanto Dionigi folfero Cattolici, e aderenti al Concilio di Fiorenza. In quello tempo Girolamo Landò Veneziano Arcivefcovo dell’Ifola di Candia, era Patriarca Latino titolare di Collantinopoli. Zizimo .figliuolo di Maometto II. e pretendente la cotona di fuo padre, effen» lxxvìi» do ftato’fcoiifi&o dall’armata di Bajazet fuo fratello, fi ritirò in Egitto, dilàan- Z:zimo fi-dò ad unirfial Caramano, e al gran Maellro di Rodi per far col loro foccorfo la Maometto guerra a Bajazet. Ma le loro forze effendo troppo difuguàli per ofar venire a li. a Rodi, battaglia., Zizimo inviò una disfida a Bajazet per terminarede loro differènze con - un duèllo tra le due armate. Bajazet invece di rispondervi gli propof&una prò- ”' vinciafulle frontiere di Turchia con unapenfione di 20.0. mille feudi d’oro all’ anno , ed una corte degna di fua nafeità . Zizimo difpregiò quelle offerte, fi. ritirò verfodl monte Tauro, e di là a Rodi, ov’ entrò il dì 4. Luglio 1482. Ma veg-gendo che fuo fratello voleva conchiudere la pace con i Rodiani, e temendo di.ef-lère.abbandonato a fuo fratello partì da Ròdi il dì primo Settembre .14821. per paf-fare in Franeia.accompagnato dal Cavalier di Blànehefort. Egli fu ricevuto affai fréddamente dal Re Lodovico XI. il che l’obbligò.ad ufeirne ben. predio,e i Cavalieri di Rodi lo conduffero alla Commenda di Borgo- nuovo, la qu^l ètuna piazza filile frontiere del Poitù , e della Marca , ove poteva vivere in lieti rezza. Zizimo prima dipartire da Rodi aveva, lafciati in mano del gran iMaeilro tre Lxxviif, atti autentici,, de’ quali il primo ertrun’ ampjjffima podeftà,' di trattare .con Baja- Z 2 imo di- .Gaimet Ifi. Tomo XII, N 3 zet, mora in